La forza delle cose semplici nel “diario” di Bellocchio
Il terzo volume di “Succede vivendo 3-Memorie discrete” scritto dal presidente della don Quartieri
“Non c’è due senza tre” recita un vecchio proverbio popolare, un detto di sapienza che si esprime in chiave ottimistica quando l’esito è riferito a qualcosa in cui speriamo. Ispirato (si fa per dire) da una musa onnivora con cui ha infiorato di fatti, fatterelli, incontri, aneddoti e memorie 160 pagine di “Succede vivendo 3-Memorie discrete” (stampa della Tipografia Sollecitudo di Lodi, editore Bolis, Bergamo, in distribuzione dall’ ottobre 2020, € 12) Gianmaria Bellocchio, l’autore, si domanda “Adesso come faccio a fermarmi?”. Il proverbio ha un seguito (…e il quattro vien da sé). A noi recensori non resta dunque che attendere il quarto volume che qualche amico fa sapere d’essere già in preparazione.
Anche nel nuovo lavoro Bellocchio si destreggia a narrare sentimenti, ricordi, affetti, amicizie, incontri e a richiamare la forza e il piacere della poesia. Può darsi che ad alcuni lettori non ponga nessuna curiosità, tanto esso può apparire ovvio. Ma in ogni caso, per essere espliciti, va riconosciuto, per riaffermare come il “raccontare” di Bellocchio sia la diretta conseguenza della sua storia personale e familiare, della vita quotidiana che intreccia l’esistenza a giudizi e responsabilità culturali e alla rivisitazione del passato con l’attualità. Ma può anche darsi che ad altri colpisca il suo tenere insieme l’amore e l’arte, il colloquiare e la poesia, l’autenticità delle piccole cose e dei fatti e fatterelli e, i momenti di invenzione letteraria, un garbatissimo umorismo col rinverdire ricordi, emozioni, luoghi…
Perché Bellocchio scrive? Perché si è messo a scrivere lo confessa però lui stesso nei suoi libri. A noi piace ricavarlo dalle dediche. L’ultimo libro è dedicato a sua moglie Antonia e a suo figlio Matteo, ma se leggiamo “Diventare uomo”, scopriamo anche un “filo rosso che lega le generazioni”. Bellocchio scrive “per parlare con la gente”, e, forse, questo lo diciamo noi, con sé stesso. Per chiarirsi le idee, fermare la memoria, capire di sé e del mondo.
Scrivere pagine semplici vuol dire scrivere buone pagine. “Succede vivendo 3” è un distillato di fatti, tracce, esperienze, reminiscenze, persone; c’è in esso la consapevolezza che ogni persona o fatterello può insegnarci qualcosa; è un capitale sociale e di relazione; un ponte che mette in collegamento generazioni, amici, uomini e donne chiamate a rispecchiarsi negli universali di una comune e immutabile humanitas. Non è poco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA