LA MOSTRA Arte a San Vittore: Mesiano dipinge contro la violenza sulle donne
Il pittore di Pantigliate espone nel carcere milanese le sue opere di condanna sugli abusi
I colori ad olio sono intensi, il tratto è deciso e le opere raccontano storie di donne maltrattate e uccise per mano di uomini. L’installazione del pittore di Pantigliate Alberto Mesiano nel carcere di San Vittore a Milano è stata ed è un’esperienza toccante e commovente allo stesso tempo. Nell’andirivieni dei detenuti, lo scorso 23 novembre, l’artista di Pantigliate ha trasformato il lungo corridoio centrale dell’istituto penitenziario milanese che porta ai cinque raggi in una galleria d’arte. Ogni quadro è una storia e ogni storia è stata il frutto del racconto intimo di una donna fatto personalmente al pittore.
«Esporre le mie opere in un carcere ha provocato un impatto pazzesco anche se mi sono sentito in difficoltà - racconta Mesiano - perché racconto storie di donne violentate da uomini, gli stessi uomini che sono rinchiusi e che stanno scontando la loro pena nel carcere in cui mostriamo i quadri, ma allo stesso tempo sono grato per la possibilità che mi è stata data, spero mi aiuti a crescere a livello umano e artistico».
“Donna”, “Vorrei essere Nessuno”, “Il tempo” e molte altre opere sono frutto delle iniziative culturali che il pittore ha realizzato in particolare con la diffusione nel mondo della “Panchina Itinerante”, una panchina-scultura simbolo del femminicidio. Ed è su questa panchina rossa che le donne si sono sedute e confidate inconsapevoli che il loro dolore potesse far nascere un’opera d’arte. Sotto la cupola di di San Vittore, dove le sbarre dividono la vita dei carcerati dalla loro libertà, è stata installata l’opera di Mesiano più grande “Il tempo”. «È il tempo che scorre dalla gioventù all’età adulta fino a quando, per questa donna, il tempo si è fermato - conclude Mesiano - è la vita che scorre fino a quando le violenze subite hanno fermato il suo tempo, ho inserito nell’opera un orologio funzionante per simboleggiare il passaggio della vita che va vissuta a discapito di ogni cosa e che, prima o poi, verrà restituita».n
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