LA MOSTRA Il mondo a colori di Mara Senno, un’architettura tra sogno e realtà
La personale per il ciclo “Arte in atrio” alla Fondazione Bpl
La sensibilità musicale di Mara Senno, pianista per passione, emerge subitanea dalle vibrazioni timbriche che attraversano le sue opere, esposte da presso la sede della Fondazione Banca Popolare di Lodi dove sono protagoniste del nuovo episodio del ciclo “Arte in atrio”, curato da Mario Quadraroli (fino al 21 novembre, da lunedì a venerdi, 9,30-12.30 e 15-16,30). Vi si ritrovano gli elementi di sogno affioranti tra le strutture architettoniche, nelle predilette colorazioni gioiose degli arancio, rossi, gialli e viola che riflettono l’approccio alle persone e alla vita che caratterizza la stessa autrice, la sua consapevolezza delle cose, sempre ingentilita da una comprensione fiduciosa, e dalla volontà di guardarle con sguardo positivo.
Questo sembra indicarci la Senno dipingendo il mondo poeticamente fantasioso della personale “Retorica a colori” che riunisce in quattro oli su tela e otto pastelli gli esiti recenti della sua ricerca. Animato da infinite variazioni, l’impianto compositivo mantiene la costante delle architetture («Trovo calzante la definizione di “archipittrice”», osserva) e continua a portare con sé echi delle calviniane “Città invisibili” «rimaste, più che nella mano, nel cervello». «Mi sono guardata allo specchio e, quando sentivo di avere qualcosa da dire, l’ho fatto con questi lavori che raccontano, più che il soggetto, ciò che stavo pensando» spiega. Sono nate così opere come “Non sarà mai più la stessa luna” o “La scala del tempo”, o “Il mondo appare quello di sempre” che ha visto la luce all’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina, o ancora “Le possibilità di una donna ordinaria” («che potrei essere io»). Rispetto al linguaggio, con lucidità autocritica forse eccessiva, Mara Senno confessa lo sforzo di rendere più morbida la struttura «troppo geometrica e metafisica» delle sue architetture. È però evidente il raggiungimento della padronanza tecnica nell’uso del disegno e del colore, di cui ha appreso i primi rudimenti al Cfp a indirizzo ceramico di Lodi, e già rivelata nelle mostre in varie sedi, tra le quali la chiesetta dei SS. Simone e Giuda di Cornegliano Laudense dove vive e la galleria di via Oldrado da Ponte a Lodi.n
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