LA MOSTRA Una Biennale tra terra e acqua

A Venezia, fino a novembre, la Mostra di architettura

Mai come quest’anno, la 19esima edizione della Biennale Architettura sembra avere il suo sismografo emotivo nel Padiglione Italia. Ciò però è da considerare non a discapito dell’ampia ricognizione sullo stato attuale della disciplina, peraltro in continuo movimento, curata e realizzata da Carlo Ratti con “Intelligens. Natural. Artificial. Collective”. Anzi, il tema del padiglione nazionale, curato da Guendalina Salimei, sin dal titolo “L’Italia e l’Intelligenza del mare”, strettamente si connette a uno dei molteplici pilastri costruiti all’interno della “mostra internazionale”. Tutt’al più l’Acqua (così scritta con l’A maiuscola) era stata già oggetto d’indagine nel primo numero della rediviva rivista della Biennale. Ne fanno cenno Pierangelo Buttafuoco e anche il ministro della Cultura Giuli nei loro rispettivi interventi all’inaugurazione. Mentre, il rapporto e le relazioni con gli altri padiglioni nazionali suscitano diverse interpretazioni. Altrettanto pare ovvio che tutte e due le posizioni saranno nel corso delle prossime settimane e dei mesi, si ricordi che la Biennale Architettura chiuderà in novembre, oggetto di ulteriori approfondimenti. Detto questo: il padiglione come ad ogni “biennale” (arte o architettura poco importa) è capace di accogliere in un display multiplo che sfrangia e ricompone l’intero percorso curatoriale sia in espansi site specific sia in un vero e proprio impaginato espositivo classico a parete. Poco importa che alcune di queste pareti si muovano video. È il gioco multiplo di visione come detto espansa. Come poco importa che gli allestimenti tridimensionali sostanziano camminamenti che sono poi punti d’osservazione imprescindibili per cogliere il tutt’uno del discorso curatoriale. Non si è ancora evocato la Terra, contraltare anch’essa irrimediabilmente connessa all’Acqua: TerraeAcquae è il primo dei tre volumi, editi da Electa, che andranno a spiegare, attraverso illustrazioni, grafici, immagini e poderosi saggi, come si possano trovare soluzioni al climate change, rimedi allo svuotamento delle città d’arte, però prese d’assalto dall’overtourism (Venezia insegna ed è costante terreno di confronto e discussione), ripensamento del rapporto del Paese con il mare e con il Mediterraneo.

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