
L’INTERVISTA «Il mio teatro che unisce come essere in famiglia. E ora porterò più prosa»
Il direttore Mauro Simone traccia un bilancio della stagione alla guida delle Vigne di Lodi
Un antidoto alle solitudini. Politico. In movimento. Alla chiusura del sipario 2024/2025 del Teatro alle Vigne abbiamo incontrato il direttore artistico Mauro Simone per parlare di “cosa sarà”.
Con quale sentimento conclude questo suo anno di direzione?
«Sicuramente con una grande gioia, perché la risposta da parte del pubblico è stata più che positiva. L’ho visto nelle varie serate, dalle chiacchiere con le persone, perché ho fatto conoscenza con tantissimi abbonati e abbiamo scambiato opinioni. La cosa bella del teatro è proprio la condivisione e sono felice perché si è instaurato un rapporto, una relazione. È questa per me la soddisfazione più grande».
C’è un evento che avrebbe voluto in cartellone e non è riuscito a portare, ma ci sarà il prossimo anno?
«Mi piacerebbe inserire il musical, perché vengo da quel mondo, ma non potrò farlo neanche la prossima stagione, perché i musical sono molto grandi a livello di cast e di scenografia e purtroppo il nostro palcoscenico non lo permette. Ci vorrebbero quelli che a Broadway chiamano “da camera” o “off Broadway”, ma in questo momento in Italia non esistono produzioni così, con 5-6 persone. Il cast è in media di 25 e ha una scenografia imponente. Però quest’anno ho dato la possibilità di offrire uno sconto al pubblico lodigiano nelle repliche a Milano al teatro Nazionale e a novembre ho organizzato un autobus di circa cinquanta persone che si sono spostate da Lodi. Quindi, diciamo, sono riuscito a creare un link in qualche modo».
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