LODI IN CORNICE Le Grazie e via Gorini viste da Ugo Maffi, quando era ancora Maffina

Prima uscita della nuova rubrica estiva del “Cittadino”  che propone una sintetica panoramica degli sguardi dei pittori sulla città, e i suoi cambiamenti con le foto di oggi

È possibile individuare i mutamenti urbanistici e architettonici intervenuti nel tessuto di Lodi, alla luce suggestiva delle raffigurazioni d’arte? I pittori hanno ritratto la città secondo tratti di fedeltà realistica, o l’hanno interpretata alla luce di personali sensibilità? Sono alcuni degli interrogativi presi in esame dalla serie “Lodi in cornice”, che attraverso i dipinti di Ugo Maffi, Pietro Ferrabini, Gaetano Bonelli e Giuseppe Vailetti, propone una sintetica panoramica degli sguardi dei pittori sulla città, mettendo in risalto insieme al linguaggio di ciascuno il dialogo intrecciato con il luogo, di nascita o di vita. Appuntamento con la nuova rubrica estiva del “Cittadino” ogni giovedì d’agosto: si comincia con una “chicca” assoluta, un inedito dipinto che ritrae il santuario delle Grazie e l’imbocco di via Gorini, firmato da uno dei massimi artisti lodigiani della seconda metà del ’900: Ugo Maffi (1939-2012). O meglio Ugo Maffina, questo il cognome anagrafico del pittore, come recita la firma con la quale ancora autografava le sue opere, ripresa sul retro della tela dalle dimensioni di 30x40 centimetri, insieme alla data. Anno 1955, aveva solo 16 anni.

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