Alcuni ne conservano un ricordo vivissimo, altri, per questioni anagrafiche, non l’hanno mai visto giocare. Ma quello di Gianni Rivera, il “Golden boy” del calcio italiano o l’ “abatino” di breriana memoria, è un nome imprescindibile per qualunque appassionato di calcio, a maggior ragione per i “sognatori e balenghi” di Em Bycicleta, il presidio di fabulazione sportiva nato in un’osteria di Lodi una sera del 2003 formato da scrittori che si ritrovano intorno a un’idea “fuori moda” di raccontare lo sport. L’ultimo volume nato all’interno di questa fucina romantica e appassionata è appunto dedicato al mitico numero 10 rossonero, un omaggio in punta di penna che ha coinvolto 26 autori, tra i quali diversi lodigiani e sudmilanesi. Rivera, Rivera, Rivera, Rivera, questo il titolo del libro uscito per le Edizioni inContropiede, è stato presentato ufficialmente sabato al Circolo di lettura di Tortona, dietro le telecamere di LodiFanfullaTv. Attorno al tavolo si sono ritrovati diversi scrittori che con i loro racconti, veri o romanzati, hanno tratteggiato la figura, sportiva e umana, di uno dei più grandi calciatori della storia. Insieme a loro era presente anche Giovanni Lodetti, il mitico “Basleta” di Caselle Lurani, centrocampista del grande Milan anni ’60 che molti definirono come il “terzo polmone di Rivera”. «Mi chiamavano anche la spalla di Rivera o con altre etichette simili: eppure in quel gruppo tutto è venuto naturale, ci disponevamo in campo in modo che Gianni potesse dare il meglio. Lui è stato un calciatore straordinario, un vero capitano che ha messo sempre la squadra prima di tutto». Andrea Maietti, scrittore lodigiano e nome di punta di Em Bycicleta, ha quindi spiegato la filosofia attorno alla quale ruota il volume: «Siamo un gruppo di amici, dai 30 ai 70 anni, sparsi per l’Italia che si riconoscono in un’idea di sport che forse non c’è più. Un Rivera, oggi, non potrebbe esistere, perché è sparito un modo di giocare al calcio». Ma non di raccontarlo.
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