L’ONORIFICENZA Scurati da Lodi a Parigi: è cavaliere delle arti e delle lettere in Francia

Il premio consegnato dalla ministra Dati allo scrittore che «scruta il passato per farci capire il nostro presente»

Ospite giovedì sera della prima serata del festival “Il fiume dei libri” a Lodi, Antonio Scurati si è trasferito nei giorni seguenti a Parigi, dove oggi (lunedì 17 giugno) è stato nominato cavaliere delle arti e delle lettere. A consegnargli l’onorificenza Rachina Dati, ministra della cultura francese che ha parlato di Scurati come di uno scrittore che «scruta il passato per farci capire il nostro presente».

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A Lodi l’autore, balzato suo malgrado agli onori della cronaca lo scorso 25 aprile per la cancellazione da parte della Rai di un suo monologo per la festa della liberazione, ha presentato il suo ultimo libro “Fascismo e populismo. Mussolini oggi” (Bompiani 2024).
L’esordio di Scurati nel mondo della letteratura risale al 2002 “Il rumore sordo della battaglia”, seguito da “Il sopravvissuto” (premio Campiello); negli anni successivi pubblica, tra gli altri, “Una storia romantica” (premio SuperMondello), e “Il tempo migliore della nostra vita” (premio Viareggio-Rèpaci e premio Selezione Campiello). Nel 2018 esce “M. Il figlio del secolo”, primo volume di una trilogia su Benito Mussolini mirata a raccontare la storia d’Italia dal 23 marzo 1919 fino al 1945. Il romanzo resta in vetta alle classifiche per due anni consecutivi e risulta vincitore del premio Strega 2019: è in corso di traduzione in quaranta Paesi e diventerà una serie Tv. Successivamente pubblica “M. L’uomo della provvidenza” (Prix du livre européen) e “M. Gli ultimi giorni dell’Europa”, mentre lo scorso dicembre ha dato alle stampe il saggio “Fascismo e populismo. Mussolini oggi”, in cui traccia parallelismi tra la retorica del regime fascista e quella dei leader sovranisti e populisti moderni.
Oggi l’onorificenza oltralpe, accolta «con immenso onore». Grande “fierezza”, in quanto la Francia «è per me non soltanto la patria della più alta cultura letteraria - ha detto Scurati nei suo discorso -, ma anche della più alta cultura politica».

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