Scrive romanzi, traduce classici antichi e moderni (Poe e Cormac McCarthy tra le sue passioni), dirige una scuola di scrittura creativa, ingaggia “match” letterari con i suoi amici scrittori (Tiziano Scarpa, Gianni Biondillo) durante i quali uno dei “duellanti” attacca, l’altro difende un’opera letteraria, che sia I promessi sposi o Pinocchio: Raul Montanari gestisce con disinvoltura queste attività multiformi nell’ambito di una pratica della letteratura mai convenzionale e di una ricerca costante del coinvolgimento anche emotivo di lettori, ascoltatori, allievi.
A Lodi Montanari sarà ospite domani per presentare il suo ultimo romanzo, intitolato Il tempo dell’innocenza, nella rassegna delle Conversazioni d’autore promosse dal Comune di Lodi insieme alla libreria Sommaruga, al Clam e all’associazione Fabularia. Il curriculum letterario dell’autore, che conta dodici romanzi, più di cento racconti, traduzioni per il teatro, sceneggiature cinematografiche e radiofoniche, si è arricchito recentemente dell’attribuzione dell’Ambrogino d’oro, il massimo riconoscimento istituzionale della città di Milano, che ha ricevuto nel 2012. Il tempo dell’innocenza è un noir metropolitano, costruito come un lungo flashback: il protagonista, Damiano, quarantenne che campa di lezioni private, è costretto a rievocare un episodio della sua adolescenza che credeva ormai sepolto nel passato: una bravata, un tragico scherzo maturato venticinque anni prima all’interno di un gruppo di ragazzi. Ivan, il bulletto cinico e carismatico, Damiano, il timido che ne subisce il fascino e l’influenza, Ermanno, il figlio di papà a cui dare una bella lezione. Come un incubo, questo episodio si riaffaccia nella vita di Damiano a distanza di tanto tempo, quando il desiderio di vendetta della madre di Ermanno, la vittima dell’atroce scherzo, gli impone di uccidere Ivan proponendogli in cambio un’offerta che l’uomo non può rifiutare: una vita per una vita. Quella che Montanari propone è un’incursione nella zona oscura dell’adolescenza, una specie di discesa agli inferi di quella che, sostiene l’autore, a torto si crede un’età felice, mentre è in realtà è il tempo più crudele della vita. Lo svolgersi della trama accompagna il protagonista nel vortice dei suoi dubbi amletici (ci sono sempre suggestioni di tipo “shakespeariano” all’interno dei romanzi di Montanari), nel suo tentativo di conciliare il suo desiderio di giustizia con la sua inerzia, la sua vigliaccheria con la voglia di riprendere in mano la sua vita con un atto di affermazione violenta della propria personalità.
Annalisa Degradi
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