LUTTO Si spegne a Lodi Tino Gipponi
Critico d’arte e letterario e da tanti anni “faro” del panorama culturale cittadino, aveva 87 anni; il funerale martedì alle 14
Quando mi incontrava citava sempre un verso di Garcìa Lorca: «Che bello chiamarsi Federico». Credo in realtà che il verso dicesse: «Che strano chiamarsi Federico», ma non l’ho mai corretto, incerto se il suo fosse un errore voluto, una sorta di interpretazione personale del grande autore spagnolo che, sicuramente, conosceva meglio di me.
Il lodigiano Tino Gipponi si è spento ieri all’età di 87 anni. Critico d’arte, curatore di importanti mostre a partire dagli anni Sessanta, autore di monografie e cataloghi dedicati a numerosi artisti, presidente di premi letterari e di prestigiose istituzioni come il Museo della Stampa, era un vero e proprio punto di riferimento della cultura lodigiana da decenni.
Attivo fino all’ultimo, soltanto due anni fa ha curato la realizzazione di una mostra filografica dedicata ad Ada Negri nel 150esimo dalla nascita della poeta (lui rifiutava il termine poetessa) lodigiana, e ancora nel 2020 aveva presieduto un convegno di studi scientifici dedicato alla scrittrice, curando anche la pubblicazione degli atti del convegno.
All’inizio degli anni Novanta, Gipponi era stato anche assessore alla Cultura per la città di Lodi, nella giunta Montani.
L’amico Andrea Maietti, scrittore e professore lodigiano, ricorda la lucidità che ha avuto Tino Gipponi nel commentare i fatti di attualità della città di Lodi, che ha seguito con partecipazione fino agli ultimi giorni. «Durante il lockdown ci sentivamo praticamente tutte le sere - ricorda -: dalle undici a mezzanotte ci telefonavamo. Quando poi si è potuto uscire, ci trovavamo al bar, parlavamo di tutto, da Shakespeare a Fausto Coppi: i baristi ci avranno presi per due pazzi. Sono andato a trovarlo mercoledì, non apriva più gli occhi, mi ha salutato con un filo di voce e mi sono commosso».
Anche il sindaco di Lodi Andrea Furegato ha espresso il suo cordoglio: «Se ne va un grande lodigiano - ha commentato -. Nel corso dei decenni ha fatto tantissimo come animatore culturale della nostra città, è stato un maestro per tante persone, e alcune delle iniziative più prestigiose della storia recente di Lodi sono legate al suo nome. Non ha mai risparmiato il suo impegno per la città, anche un impegno politico diretto, non solo come promotore di iniziative; e anche negli ultimi tempi, nonostante la malattia, non ha mai fatto mancare i suoi consigli e il suo saluto. Mando un sincero abbraccio ai familiari e a tutti coloro che gli hanno voluto bene».
Il funerale sarà martedì 24 ottobre alle ore 14 alla chiesa dell’Ausiliatrice in Lodi, viale Rimembranze. Poi la salma sarà portata al cimitero di Momeliano, in provincia di Piacenza, dove riposa sua moglie.
Qui di seguito riportiamo una intervista a Tino Gipponi, ancora attuale, sulle criticità e opportunità della cultura a Lodi: L’INTERVISTA
© RIPRODUZIONE RISERVATA