Cultura
Giovedì 16 Agosto 2012
Maleo alla conquista della Liguria:
quando l’emigrazione diventa storia
La difficoltà nel trovare o cambiare lavoro è la ragione principale che spinge, ancora oggi, molti italiani a lasciare la propria località d’origine per cercare fortuna in un’altra città o addirittura all’estero: è quindi probabile che sia stato questo il motivo per cui nel 1874 tre famiglie di Maleo (Oppizio, Ventura e Bolzoni) decisero di insediarsi a Villanoce, una località molto antica situata sull’Appennino Ligure, e più precisamente in Val d’Aveto, la cui primissima casa è stata costruita tra il 1200 e il 1300. Nel 1921 essa è divenuta frazione del Comune di Rezzoaglio, in provincia di Genova, e annovera attualmente centoundici persone residenti.
Di questa curiosa notizia ha trovato traccia Graziano Fontana, curatore della mostra Custodiamo la nostra storia, organizzata dal Centro Sportivo Villanoce ed allestita presso la Chiesa Parrocchiale della medesima località; la mostra, che ha preso il via lo scorso sabato 11 agosto, resterà aperta fino a domenica 19 agosto.
L’esposizione di Custodiamo la nostra storia include gli alberi genealogici delle famiglie del posto per un arco di tempo che va dal 1793 al 2012. Ed è proprio nella consultazione dei documenti anagrafici necessari per il reperimento del materiale ora in mostra che è emersa una “piccola porzione” della storia delle famiglie di Maleo.
Nel 1874 si trasferirono infatti a Villanoce Giacomo Ventura con la moglie, il figlio Angelo e il suo nucleo familiare, ma anche Gerolamo Oppizio con la moglie Luigia ed i figli Tommaso, Francesco e Mario ed infine Domenico Bolzoni assieme alla moglie Paola e alla figlia Rosa.
Le reali motivazioni che spinsero queste tre famiglie a lasciare Maleo per insediarsi in questa località montana, in cui l’emigrazione, soprattutto verso le Americhe era già nell’Ottocento un fenomeno significativo, sono sconosciute. Quello che si sa di certo è che andarono a lavorare come “manenti” (ovvero braccianti) per una famiglia di possidenti, i Fontana, meglio conosciuta a livello locale con il soprannome di “Bachicchi”: Fontana infatti è uno dei cognomi più diffusi nella zona, così ogni gruppo familiare viene identificato anche con un soprannome dialettale, derivato per lo più dal nome di battesimo del capostipite o da un particolare fisico che, almeno in origine, ne distingueva i componenti. Alcuni di questi soprannomi però sono talmente antichi che non se ne conosce l’etimologia: ed è proprio il caso dei “Bachicchi”, che all’epoca erano proprietari di uno dei tre mulini di Villanoce e che diedero lavoro alle famiglie di Maleo per circa otto anni.
La traccia del loro passaggio è annotata nel registro della parrocchia di Rezzoaglio (1800-1880), iniziato nel periodo napoleonico ed oggi conservato presso il Comune di Santo Stefano d’Aveto. Trattasi dunque di un documento molto antico e precedente l’istituzione vera e propria dell’anagrafe, avvenuta nel 1866 con la formazione del Regno d’Italia, e che si è rivelato fondamentale per il lungo lavoro portato avanti da Graziano Fontana, che per allestire la mostra Custodiamo la nostra storia ha seguito le tracce di un migliaio di famiglie, attraverso gli atti di nascita e di morte dei loro componenti, lungo un periodo di ben duecentocinquant’anni.
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CUSTODIAMO LA NOSTRA STORIA
Fino al 19 agosto alla chiesa parrocchiale di Villanoce (Genova); orari dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19, con possibilità di visite guidate il pomeriggio nei giorni feriali e il sabato, nei festivi e nei prefestivi sia al mattino che al pomeriggio. Ingresso libero.
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