Marcella

SIAMO SERIAL: Un “crime” britannico dedicato agli amanti del genere e delle atmosfere del Nord Europa

Un solo nome, Marcella. O meglio, come scandisce bene lei, Mar-chella. Un noir cupo, decisamente nordico, trapiantato a Londra e ben riuscito, destinato a chi non può fare a meno del crime. In un certo senso si va a colpo sicuro, perché questa serie tv britannica è stata scritta, diretta e prodotta da Hans Rosenfeldt, l’autore svedese che ha messo la firma su “The Bridge” (Netflix). Nella prima stagione, l’ex agente del Metropolitan Police Service di Londra, Marcella Backland (Anna Friel) decide di tornare in servizio, subito dopo essere stata lasciata dal marito. I colleghi sono sulle tracce di un serial killer tornato a uccidere dopo essersi lasciato alle spalle tre vittime nel 2005. I sospetti non mancano e si concentrano su Peter Cullen, una vecchia “conoscenza” della poliziotta. Marcella sarebbe anche un detective eccellente, se non fosse per un grave problema: soffre di amnesie improvvise che le fanno temere di essere coinvolta in alcuni gravi crimini. Ed è proprio questo suo disturbo a rendere sempre più inquietante una trama già di per sé allarmante.

Marcella si presenta allo spettatore nuda e tremante in una vasca da bagno, con una brutta botta in testa. Quello che è a accaduto, non è dato saperlo. Nonostante sia una donna con problemi di salute, abbandonata dal papà dei sue due figli, è difficile sintonizzarsi sulla sua lunghezza d’onda e provare fino in fondo empatia. Una caratteristica che l’accomuna ad altre protagoniste di serie tv degli anni Duemila, basti pensare a Carrie Mathison di “Homeland”: donne intelligenti ed efficienti sul lavoro, ma con patologie che ne condizionano il modo di pensare e di agire. Così come Marcella soffre di amnesie, Carrie, una brillante analista della Cia, ha una sindrome bipolare che la rende ossessiva e instabile. Marcella più che dolore comunica rabbia, la sua esplosione di violenza disorienta, al punto da chiedersi se sia più vittima o carnefice.

Piccola postilla finale. “The Bridge” è consigliatissimo, soprattutto per i fan del crime nordico. Un inquietante omicidio avviene proprio sul ponte che collega Danimarca e Svezia, spingendo la polizia dei due paesi a collaborare per risolvere il mistero. A guidare le indagini sono la detective svedese Saga Norén e l’agente danese Martin Rohde, che nella seconda stagione dovranno occuparsi di un nuovo caso

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