MUSICA Raffaella Destefano, un concerto sull’Adda a Lodi tra nostalgia e attualità

La cantautrice vive da alcuni anni nelle Marche, ma il rapporto con la sua città natale è ancora forte

Uno sguardo al passato, con un pizzico di nostalgia per i tempi (belli o brutti) che furono, ma anche la consapevolezza del presente, di una maturità artistica raggiunta grazie a un lungo percorso fatto di sacrifici, discese ardite e risalite, gioie e delusioni, ko e voglia di rimettersi in gioco. Un aspetto, quest’ultimo, che non ha mai fatto difetto a Raffaella Destefano, sempre pronta a evolversi senza però dimenticare le proprie radici che affondano e prosperano nella musica pop elegante e nell’elettronica di matrice anni Novanta. Dopo cinque anni di assenza, la cantautrice lodigiana, ex voce dei Madreblu, gruppo che proprio nell’ultimo decennio del secolo scorso raggiunse il suo apice (il singolo “Gli angeli” divenne un vero tormentone nonché una delle canzoni più trasmesse sui canali musicali dell’epoca, VideoMusic e Mtv), è tornata a esibirsi davanti al pubblico della sua città di origine.

Tanti applausi per lei e per i suoi compagni di viaggio al termine del concerto in scena sabato sera nella splendida cornice della Canottieri, di fianco all’Adda e sotto una luna d’argento: Raffaella ha “sintetizzato” il suo viaggio musicale proponendo i pezzi più significativi della sua produzione, dai successi con i Madreblu (“Reiko” in apertura, “Gli angeli” quarto brano in scaletta), passando per le hit del suo primo album solista, “Filologica” e arrivando agli ultimi lavori, “Un atlante di me” e il recente “Costellazioni private”, un progetto pop, elettronico, cantautorale e avvolgente, nato dopo una lunga gestazione grazie alla collaborazione di ben 6 produttori: Luca Urbani (ex leader dei Soerba), Psiker, Robert White, Marco Rigamonti, Gaetano Maiorano e Gino Marcelli, compagno di avventura anche con i Madreblu. Alcuni di loro (Urbani alle tastiere e ai campionamenti, Maiorano alle chitarre) hanno accompagnato Raffaella nella tappa sull’Adda, inserita nel cartellone di Lodi al sole: con loro anche Marco Ferrara al basso e Alessandro Parietti alla batteria.

La cantautrice lodigiana, che da qualche anno vive nelle Marche, si è raccontata attraverso le sue canzoni, ma anche con brevi monologhi, talvolta ironici, talvolta intimi e toccanti («Ma forse la dovrei smettere, questo è un concerto, non una seduta di psicoterapia»). Non sono mancati omaggi alla sua città («L’Adda è un pezzo di cuore») e i ringraziamenti agli organizzatori che l’hanno chiamata a esibirsi dove tutto è cominciato. Il pubblico ha risposto con un’ottima partecipazione e lunghi applausi. Perché tante canzoni rimangono ancora dei gioiellini della canzone d’autore: “Domani”, la traccia più nota di “Filologica”, è un brano ancora attualissimo per suoni e liriche; molto apprezzate anche la struggente “Naturale”, uno dei pezzi portanti di “Costellazioni private” e un altro successo di qualche anno fa come “Chiudi gli occhi”. Tutto molto bello: il pop e gli anni Novanta nel cuore, il futuro ancora tutto da scrivere.

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