MUSICA Raffale Pe da applausi in Orfeo ed Euridice a Spoleto

Il controtenore lodigiano protagonista al Festival dei due mondi

“Orfeo c’est moi”, potrebbe dire a buon diritto Raffaele Pe, che, dopo aver dedicato alla Lira di Orfeo l’ensemble musicale e l’associazione da lui creata qualche anno fa, e dopo il successo ottenuto con l’ideazione della Orfeo week lodigiana, ora ha appena interpretato il ruolo del mitico cantore in una trionfale edizione dell’“Orfeo ed Euridice” di Gluck, presentata al Festival di Spoleto, diretta da Antonello Manacorda e con una originalissima regia di Damiano Michieletto.

«Sono orgoglioso di questa partecipazione – dice Pe – che rappresenta il mio debutto al festival di musica e spettacolo più prestigioso in Italia. Avevo già eseguito alcune arie dall’Orfeo di Gluck nella scorsa edizione della Orfeo week, sotto la direzione di René Jacobs; ma stavolta ho interpretato l’intero ruolo. Un lavoro impegnativo, anche dal punto di vista fisico, perché la regia di Michieletto esigeva dagli interpreti delle prestazioni quasi acrobatiche, all’interno di una lettura molto innovativa del testo».

Nella originale rilettura di Damiano Michieletto, i due protagonisti sono prima di tutto una coppia in crisi alla quale viene offerta una seconda possibilità. «Orfeo ed Euridice – spiega Pe – sono una coppia come tante, che dopo essere stati insieme molto tempo non si guardano più negli occhi, non si dicono la verità. Lei non muore, ma compare all’inizio in un letto di ospedale; lui si dispera perché si sente responsabile di quello che è successo, e il viaggio agli inferi per ritrovarla è metaforico: si tratta di ritrovare la possibilità di ricominciare insieme, finalmente guardandosi negli occhi. Una lettura molto profonda, raffinata, e che contiene anche una certa componente umoristica».

Sia il pubblico, sia la critica internazionale hanno decretato un successo senza riserve per lo spettacolo (che sarà trasmesso su Rai 5 il prossimo 4 settembre). Ma la soddisfazione di Raffaele Pe non è solo personale, ma riguarda anche l’ensemble La Lira di Orfeo, che è stato coinvolto nel festival di Spoleto con un concerto, interamente dedicato a musiche di Purcell. «È stato anche per loro il debutto in questa sede e l’inizio di una bella collaborazione che continuerà anche nei prossimi anni». E l’interpretazione dell’Orfeo di Gluck offerta da Pe a Spoleto contiene anche un tributo a un grande interprete lodigiano del passato: «Gaetano Guadagni – racconta ancora il controtenore – una star dell’opera barocca nel Settecento, fu il primo interprete di Orfeo nell’Orfeo ed Euridice nel 1762. Nella mia interpretazione ho eseguito tutti gli abbellimenti creati da Guadagni sulla partitura di Gluck per la sua esibizione, che siamo riusciti a ricostruire grazie a un lavoro filologico sulle partiture dell’epoca. Un modo per rendere omaggio a questo grande musicista lodigiano». Il successo di questa opera è l’ennesima conferma della capacità della musica barocca di attrarre, incuriosire ed entusiasmare un pubblico sempre più ampio.

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