MUSICA Una notte di magia al suono dell’arpa di Zitello a Lodi

Il pubblico si è lasciato accompagnare in un viaggio tra epoche e continenti nella serata organizzata in piazza Castello in collaborazione con l’Associazione 21

Pura magia quella che ha pervaso piazza Castello a Lodi con il concerto a due arpe di Vincenzo Zitello, un unico abbraccio tra il mondo celtico e quello mediterraneo, tra le sinfonie del concerto “Harpe mundi”. «L’arpa ha radici profonde nella terra - ha esordito Zitello, con tredici album all’attivo e significative collaborazioni con artisti come Franco Battiato, Fabrizio De Andrè e Ivano Fossati -. L’arpa porta con se 4mila anni di storia e ha ereditato le influenze delle culture che ha incontrato, dal Sudamerica fino alla Cina».

Attraverso tanti anni di studio e una passione che coltiva da quando aveva solo diciotto anni, Zitello è riuscito a fare propri «gli spiriti musicali che più gli calzavano, come se lo strumento diventasse un prolungamento della sua anima», riproducendo suoni vivi e contemporanei. «Proprio come un’antenna cosmica, l’arpa è in grado di raccogliere una serie di influenze e di energie che voglio trasmettervi stasera», ha proseguito l’artista rivolto al pubblico. E tutti i brani in scaletta, erano frutto della sua penna, grazie a un percorso dotato di «poetica autonomia e di matura sintesi espressiva» fatto di lirismi, evocazioni, allusioni, ritmi, variazioni e virtuosismi che hanno incantato gli ascoltatori. “Serenade”, il brano di apertura, ha scaldato il pubblico, con una musica che si è rivelata come una sorta “terapia” per scacciare via lo stress e i pensieri. Di ispirazione latina, con arie del Mediterraneo che scandivano il suono de “La luna”, la scaletta è proseguita con “Annina”, un brano che il compositore ha dedicato alla sua figlia più piccola. Pioniere dell’arpa celtica Clarsach in Italia, Zitello l’ha suonata pizzicando le sue corde in metallo, portando in scena gli insegnamenti del maestro bretone Alan Stivell.

Il concerto è proseguito con il racconto di una leggenda irlandese sulle note di “Civiltà celesti”, rievocando le figure dei bardi, coloro che, attraverso le canzoni, tramandavano le gesta delle civiltà del passato. L’incantevole melodia dell’arpa ha accompagnato la serata della rassegna del Comune “Lodi al Sole” grazie alla collaborazione con Associazione 21 e il suo presidente Pierpaolo Curti, fino al gran finale con due pezzi che hanno fatto incontrare il suono delle due arpe in un’unica composizione con “Gaelic raga”.

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