MUSICA Vigne, gran finale “crossover” nel segno della contaminazione

Venerdì l’ultimo appuntamento musicale con Scipione Sangiovanni

É un concerto per pianoforte l’ultimo appuntamento musicale del cartellone delle Vigne. Ma si tratta di un concerto poco convenzionale, in omaggio alla mescolanza dei generi e degli stili che ha contraddistinto la stagione del teatro lodigiano. Venerdì sera, alle 20,45, il pianista Scipione Sangiovanni si esibirà in un programma “crossover”, un termine che definisce la combinazione di diversi generi musicali in un mix innovativo, a creare esperienze di ascolto sorprendenti, in grado di incuriosire un pubblico più ampio di quello degli appassionati della musica classica.

Il programma del concerto lodigiano prevede una serie di “Suites” dove si passa con disinvoltura, senza soluzione di continuità, dalla musica medievale di Giraut de Bornelh al Novecento di Thelonius Monk, da Vivaldi e Gluck a Stromae. Scipione Sangiovanni è uno dei pianisti della sua generazione a essersi maggiormente distinto nell’ambito delle competizioni pianistiche internazionali: nel 2021 ha ricevuto l’AAF Award, riconoscimento che la Fondazione Alink-Argerich assegna ai pianisti più brillanti delle nuove generazioni. Si è esibito nelle più prestigiose sale da concerto in Italia e in Europa. A certificarne il talento fuori dal comune è la sensibilità di talent scout del maestro Marcarini, che lo ha già invitato l’anno scorso a uno dei concerti dell’associazione Amici della Musica. In quell’occasione Sangiovanni ha conquistato il pubblico con il suo virtuosismo tecnico e la sua fantasia musicale.

Così il musicista parla della sua predilezione per il crossover: «In questa formula musicale ho condensato l’intero mio percorso formativo che spazia dalla musica rinascimentale al pop. Il principio fondamentale di questo concerto consiste nel creare suites accostando brani appartenenti a mondi sonori apparentemente inconciliabili. Un principio che in altri campi artistici, per esempio quello del design e dell’architettura, è stato già ampiamente sperimentato. Le barriere del tempo svaniscono, l’antico e il moderno, il barocco e il jazz, il classico e il rock si sfiorano senza mai fondersi, formando nuove alchimie sonore. Il risultato è una catena musicale nella quale gli opposti si attraggono, dialogano tra loro, si scontrano e infine combaciano».

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