MUSICA Zangirolami e la magia della Taranta: «Un’emozione che porterò sempre dentro»

Il compositore di San Giuliano protagonista del concertone con Angelina Mango, Geolier, Gaia e tanti altri

Sabato scorso, la “Pizzica” di Aradeo ha aperto la Notte della Taranta, infiammando il Concertone più atteso dell’estate italiana, grazie a un mix di sonorità senza precedenti: per l’occasione, i ritmi popolari della tradizione salentina, hanno abbracciato le sinfonie della musica classica grazie alla direzione d’orchestra del maestro Riccardo Zangirolami di San Giuliano Milanese. Ventitré anni ancora da compiere, il pianista e compositore si è contraddistinto, ancora una volta, calcando uno dei palchi più rinomati, a Melpignano (Lecce), con uno spettacolo trasmesso in diretta tv su Rai 3 e su Rai Radio2, raggiungendo oltre 200mila persone.

Reduce da un’esperienza che l’ha segnato profondamente, non solo a livello professionale, Riccardo ha rilasciato un commento a caldo per le pagine de “il Cittadino”: «Una sensazione indescrivibile: l’emozione prima di salire sul palco, tutta l’energia che arrivava dal pubblico: un’accoglienza mai vista prima - ha detto ieri mattina, mentre era in viaggio di ritorno verso casa -. Quello che porterò con me di questa avventura, non ha solo a che vedere con la musica: la cosa più bella in assoluto è stata la sensazione di sentirmi parte di una grande famiglia». L’Orchestra Popolare, a cui si è aggiunto un quartetto d’archi tutto al femminile, Angelina Mango, Gaia, Geolier e Luca Faraone tra le special guest e la conduzione dell’evento di Ema Stokholma si sono rivelati un mix di ingredienti perfetto per uno show vincente e di grande impatto anche per i più giovani: grazie alla direzione artistica di Zangirolami e di Shablo, l’obiettivo del festival edizione 2024, era quello di allargare il target di riferimento, raggiungendo i ragazzi, portando avanti sonorità e tradizioni del passato verso le nuove generazioni: «Il connubio tra la musica popolare, quella sinfonica e l’aggiunta di una componente elettronica si è rivelato un esperimento ben riuscito: il mio intento - ha proseguito il direttore Zangirolami -, era unirle, in maniera rispettosa, entrando in punta di piedi nelle tradizioni popolari». E, giocando con arpeggi e contromelodie che si sono incastrate di contrappunto sulle note della versione originale di “Fueco”, il maestro ha osato mettendo a frutto la sua esperienza con la musica sinfonica e cinematografica: «Tanti tamburelli e pochi telefonini tra i giovani: segno che il concerto ha coinvolto proprio tutte le età». Per chiudere, poi, gran finale con “Calinitta”. E un ricordo indelebile da conservare.

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