Napoleone a Lodi: i curatori al lavoro con gli studenti del liceo Piazza

Monja Faraoni racconta il progetto realizzato dai ragazzi del liceo artistico

Quando la scuola incontra il territorio e si proietta nel tessuto sociale; ovvero, l’apporto del liceo artistico “Callisto Piazza” di Lodi alla realizzazione della mostra “Napoleone Bonaparte e Lodi. A Lodi scoccò la prima scintilla della più alta ambizione”, “congelata” alla Sala Bipielle Arte dal decreto che ha chiuso mostre e musei. Ne parliamo con la storica dell’arte Monja Faraoni, docente presso l’istituto Piazza e capo delegazione del Fai Lodi-Melegnano che lo scorso anno, in previsione del duecentesimo anniversario della morte di Napoleone nel 2021, ha portato al Piazza il progetto. «L’idea è piaciuta moltissimo agli insegnanti, agli studenti e alla preside Daniela Verdi, fino al dottor Filippo Piazza, responsabile dell’Area Patrimonio Storico Artistico - spiega Faraoni -; per loro è il ringraziamento, esteso a tutte le realtà che con noi hanno interagito». Il percorso indaga con competenza scientifica e da molteplici punti di vista, scanditi in attraenti soluzioni allestitive, il rapporto tra Napoleone e la città, a partire dalla battaglia sul ponte dell’Adda nel 1796. «Per la scuola si è trattato di un impegno di grande portata, con tempi ben oltre l’orario delle lezioni» prosegue Faraoni, curatrice insieme a Laura Facchin e Massimiliano Ferrario della mostra. «Obiettivi, percorsi e attività sono stai inseriti nella programmazione, e nei progetti di alternanza scuola-lavoro». Tutto, spiega, ha avuto inizio con la vittoria nel 2019 del bando Mibac che ha garantito i finanziamenti. Da lì, l’ampio ruolo impersonato dal liceo Piazza si può raccontare a partire dal catalogo, di cui la classe V D a indirizzo grafico ha realizzato con il professor Luca Armigero il progetto, lavorando poi ai pannelli, alle didascalie, al logo, ai banner e alle gustose GIF sul mito napoleonico. La IV D dello stesso indirizzo si è invece occupata con la docente Maria Teresa Carossa del merchandising, stampando a scuola cartoline e quaderni riproducenti particolari delle opere esposte; loro anche la versione online del libro dedicato alle campagne d’Italia.

Ad accogliere in mostra i visitatori sono le rielaborazioni eseguite dai ragazzi di V A a indirizzo figurativo, con la professoressa Annalisa Aversa, degli affreschi di Palazzo Modignani che ospitò Napoleone dopo la battaglia, e poi i modellini costruiti dalla V B a indirizzo architettura con l’insegnante Angela Mento. Impegnati anche ex allievi della stessa classe come Manuela Zambarbieri, che ha realizzato un volume con gli spartiti di musiche del periodo tradotti in braille, o come Isabella Errante, Nicolò Lombardi e Laura Sisto, autori delle fotografie dei luoghi napoleonici, con la collaborazione della docente Elena Barbaglio; sua, insieme alla collega Mento, la guida della classe V C a indirizzo design all’interpretazione contemporanea degli abiti e dei gioielli del periodo. Alcuni studenti della V A curano la comunicazione con la professoressa Alice Vergnaghi, mentre autori delle locandine, delle vetrofanie-manifesto e della elaborazione in 3D del dipinto di Pietro Bignami sono invece gli studenti del CFP, con il docente Matteo Zampini. «Una delle cose più belle» conclude Faraoni, è stata la stretta collaborazione tra la scuola e i curatori. E, parola degli studenti, l’esperienza è andata ben oltre le aspettative. Da loro sono venuti suggerimenti, idee e soluzioni: un progetto che ha regalato gratificazioni, permettendo di crescere e di individuare strade per il futuro».

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