Un bambino con una maschera rossa sta in piedi di fronte a una gigantesca creatura con una corazza d’acciaio e con un coraggio da leone la sfida. Sta tutto qua Amazing Spider-Man 2, tutto in queste poche inquadrature per spiegare il fascino dei fumetti Marvel e per ricollegare i fili (è il caso di dirlo…) con uno dei suoi eroi più amati. Secondo capitolo della “nuova serie” ripartita dopo la trilogia di Sam Raimi, Il potere di Elettro riprende da dove si era interrotto il primo episodio del “reboot” e torna anche alle origini del personaggio, avvicinandosi molto (per stile e contenuti) al fumetto.
Quindi Peter Parker si divide tra la lotta ai cattivi e l’amore per la bella Gwen, arrivando anche al termine del college mentre difende New York city dai più pericolosi criminali, accudito dall’amorevole zia May. Ma il tormento, per quanto ben nascosto, non si cancella e per Peter-Spider Man non ci sarà pace fin quando non sarà risolto il mistero dell’abbandono dei suoi genitori…
Sono sempre molti i livelli di lettura degli albi della Marvel, e così al cinema i film ispirati ai suoi supereroi non possono che rispettare la regola. Questo nuovo episodio sembra andare in profondità, al cuore della creatura di Stan Lee, copiando le atmosfere leggere, le battute, incrociando i temi tragici, i risvolti oscuri, le lotte con i nemici. Nelle due ore e venti di film (anche in un plastico 3D) lo scontro è con Elettro, creatura dai risvolti “classici”, anche se è importante l’incursione di un altro degli avversari più noti (e affascinanti) dell’Uomo Ragno: Goblin. La costruzione del nemico del supereroe, del cattivo, è come di regola ancora più interessante rispetto a quella del “buono”. Da sempre sono opposti che si attraggono, facce diverse della stessa medaglia: con le stesse fragilità, vittime di poteri che faticano a controllare e che finiscono per utilizzare per scopi opposti. In questo episodio Elettro li mostra in una bellissima sequenza nel cuore di Times Square, un lungo duello in cui il regista introduce anche un’interessante riflessione sull’apparire e sulla forza dell’immagine: Spider Man è quindi l’eroe che dà speranza con la sua semplice presenza, con la sua fotografia stampata sui giornali e ora replicata sui mille mega schermi, ed Elettro il nemico che quella luce vuole spegnere, riportando il buio nelle città e nei cuori delle persone. Il film non teme di apparire “ingenuo” in questo forte legame con il fumetto d’origine, forte di una sceneggiatura affidata alla stessa squadra di autori che aveva lavorato, tra gli altri, con J. J. Abrams per Into Darkness - Star Trek. Anzi la ricerca della formula originaria in questi casi è sempre la cosa più complessa, e in questo episodio sembra di riconoscere il tratto della Marvel più che in molti altri tentativi apparsi sullo schermo anche in tempi recenti, con altri costumi. Certo, in alcuni momenti, la storia appare troppo sbilanciata sulla vicenda “sentimentale” che coinvolge i due protagonisti, va troppo in cerca di questa chiave per avvicinare un certo tipo di pubblico, ma non perde comunque il contatto con l’avventura e con il genere che ne detta le regole.
Peter Parker va alla ricerca della sua identità, come la zia May avrebbe bisogno di uno scatolone dove poter mettere a riposo i suoi ricordi e i suoi tormenti, per poter essere più leggero e forte di fronte ai nuovi nemici. Di fronte a lui ci saranno altri avversari altrettanto forti e fragili allo stesso tempo. E la reazione dello spettatore sarà sempre quella del bambino che, senza paura, con la maschera rossa sul viso, si sentirà pronto a sfidare l’impossibile.
PRIMA VISIONE Un bambino con una maschera rossa sta in piedi di fronte a una gigantesca creatura con una corazza d’acciaio e con un coraggio da leone la sfida. Sta tutto qua Amazing Spider-Man 2, tutto in poche inquadrature per spiegare il fascino dei fumetti Marvel e per ricollegare i fili...
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