Patti Smith, eterna “sciamana del rock”
L’artista in scena a Piacenza per i 500 anni della posa della prima pietra della Basilica di Santa Maria della Campagna
L’arrivo di Patti Smith a Piacenza, cortocircuitato dalla Banca di Piacenza e la comunità francescana del luogo per la ricorrenza dei 500 anni della posa della prima pietra della Basilica di Santa Maria della Campagna si è trasformato in un happening dalle proporzioni inimmaginabili per una cittadina sostanzialmente pacata come quella emiliana. La capacità della “sciamana del rock” di coinvolgere il pubblico – purtroppo trimezzato per l’inclemenza del tempo, ma da altra prospettiva la bomba d’acqua che in tarda serata si è abbattuta nel piacentino e nel Lodigiano ha dato non poco sollievo in questi tempi di siccità incipiente – è stato al solito condotto con la solita maestria: una miscela dirompente di musica e poesia. Anche se quest’ultima quando non insufflata nella musica (oltre le proprie canzoni la cantante e poetessa nuovaiorchese ha cantato uno brano ciascuno di Bob Dylan e Neil Young) è stata lasciata alla sola lirica di Vittoria Colonna, dedicata a Michelangelo, e al prologo “francescano” prima del concerto vero e proprio. Con una band, composta dal polistrumentista Tony Shanahan e per i restanti due terzi dai figli avuti dal leader degli MC5 Fred Sonic Smith, il “Frederick” dell’omonima canzone, Jesse al pianoforte e Jackson alla chitarra, Patti Smith a ben 76 anni ha saputo dimostrare di come il rock e la musica possano far restare ancora giovani e che è ancora capace di districarsi tra un balletto e le più celebri canzoni del suo repertorio (non si può fare a meno di reclamare a gran voce “Dancing Barefoot”, “Wing” e cantare sulle note di “Because the Night” e “People have the Power) senza perdere mai lo sguardo sugli oppressi e gli emarginati in nome di una militanza civile che spezza i confini di questa terribile globalizzazione.
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