Per Mino Manni il capitolo finale di un’estate nel segno di Dante
Il reading dedicato al Paradiso sabato a Castiglione d’Adda in piazza Incoronata
Dallo smarrimento, al ritrovamento di sé. Dalla tristezza, alla gioia. Fino alla sacralità. La Divina Commedia di Dante Alighieri ha molto a che fare con la vita, perché è un viaggio dell’anima. Dell’anima del sommo poeta. Dell’anima di ogni uomo. E con i suoi reading teatrali che hanno dominato l’estate lodigiana, l’attore e regista Mino Manni ha saputo condurre il pubblico attraverso le tre Cantiche, prendendolo per mano, conducendolo dall’Inferno dello smarrimento pandemico, al Purgatorio della consapevolezza e al Paradiso dell’amore puro e del ritrovamento di sé. E lo ha fatto con l’arte di saper portare nelle piazze i versi di Dante spiegati nei timbri di voce, nella pause, nei canti, delle musiche che hanno fatto da cornice agli spettacoli a Lodi, Tavazzano, Maleo, Castelgerundo. E ora a Castiglione d’Adda, dove sabato sera, alle 21.15, in piazza Incoronata, si chiuderà la rassegna “Sulle rive del Lago Gerundo”, promossa dai Comuni di Maleo, Castelgerundo e Castiglione, con il contributo di Regione Lombardia, con l’ascesa al Paradiso. Manni sarà affiancato da Marta Rebecca, voce, da Silvia Mangiarotti, violino, e Francesca Ruffilli, violoncello.
«In occasione dei 700 anni dalla morte di Dante si è scelto di portare la Divina Commedia nelle piazze - spiega Mino Manni -: dietro questi spettacoli c’è un lungo lavoro di regia che ho avviato un anno fa (con spettacoli che hanno visto in scena a recitare anche Marta Ossoli, Martina Galletta, e a suonare Yurico Mikami, Giulia Lanati, Silvia Maffeis), senza pubblico però nulla avrebbe senso e il pubblico ha risposto con una presenza numerosa e silenziosa, con silenzi quasi religiosi, anche la sera di Ferragosto; io non ho mai riscritto nulla ovviamente, è il testo di Dante a parlare, conducendo dal buio, alle tenebre, attraverso l’amore - continua -, nel Paradiso, in particolare, l’attore deve fare un passo indietro e mandare avanti Dante, il trasporto che lui ha verso Dio che è dentro ognuno di noi e che si può riconoscere negli altri, e anche il suo stupore nel giungere a quella luce: a Castiglione affronteremo il canto di San Francesco e di San Domenico, con riferimento a francescani e domenicani, e la preghiera di San Bernardo alla Vergine, ma ci sarà anche l’interpretazione di un canto del Padre Nostro in aramaico che ho riscoperto, e infine il congedo di Beatrice, quindi l’immagine del Paradiso».
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