Quando il giallo nei romanzi (a malincuore) cambia colore
Una riflessione sull’editoria nell’appuntamento settimanale con i “Sassi di carta”
Ultimamente mi sono accorto che il giallo ha un colore strano, più simile al verde: quello del prezzemolo. Questo perché è ovunque: nelle classifiche dei libri più venduti, nei festival d’estate (anche in questa estate post lockdown, ve l’assicuro), e soprattutto in tutti gli altri generi, dove viene utilizzato come una sorta di “spezia” per condire qualsiasi tipo di storia. Che si tratti di una vicenda d’amore, di un western, di un fantasy, di un romanzo di fantascienza o di una storia di formazione, ormai sembrerebbe impossibile fare a meno del condimento più gettonato di sempre, ovvero il giallo, che deve fornire la sua dose di mistero, di pathos, di brividi al lettore, indipendentemente da quale sia il suo genere letterario preferito. Per uno come me che mastica gialli dalla mattina alla sera, e che lo ha sempre fatto fin dalla gioventù (nasco grande divoratore di Gialli Mondadori, che riempivano la biblioteca di mio padre, e adesso sono il direttore di questa collana che, non dimentichiamolo, ha dato il nome a questo genere letterario in Italia: solo da noi, infatti, si chiama “giallo”, proprio a causa delle copertine di questo colore dei primi Gialli Mondadori usciti a partire dal 1929) dovrebbe trattarsi di una grande soddisfazione, ma in realtà non è proprio così. Voglio dire, per ogni cultore del giallo di qualità, quello che ruota attorno alla soluzione di un caso d’omicidio (o più di uno, certo), questo genere ha bisogno di tutta l’attenzione e di tutto l’amore da parte dell’autore, che non può limitarsi (o non dovrebbe) a sfruttarlo come una spezia per insaporire cibi di altra natura. Il giallo deve essere il cuore, la polpa, la sostanza vera della storia, e dunque deve farla da padrone, come un grande protagonista. Non mi piace questo ruolo da comparsa in cui troppo spesso viene sfruttato, anche se poi mi rendo conto che i lettori degli altri generi soffrirebbero ad avere troppo giallo nelle loro storie preferite. E dunque facciamo buon viso a cattivo gioco e accontentiamoci di tanta popolarità per il giallo, che ormai è il genere letterario più scritto, più letto e più venduto.
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