Ulisse, Domenico e e Fulvio sono tre padri separati, costretti a convivere (con evidenti e comiche difficoltà) dividendosi un piccolo appartamento, per far fronte alle spese del quotidiano. Sono i tre nuovi personaggi che entrano a far parte della “galleria” creata da Carlo Verdone che su di loro ha costruito Posti in piedi in paradiso, il nuovo film che l’autore romano ha diretto e interpretato in “coabitazione” con Pierfrancesco Favino e Marco Giallini (che in questo periodo al cinema vive finalmente un meritato momento di popolarità dopo le tante buone prove offerte). Ulisse è Verdone (quasi nel vero senso del termine), un appassionato ed esperto di musica che gestisce un negozio di vinili e di materiali che appartengono al suo passato di produttore discografico; Domenico (Giallini) è invece l’inaffidabile e infedele agente immobiliare, in fuga da relazioni sentimentali e famiglie, con il vizio del gioco e del tradimento; Fulvio (Favino) infine un critico cinematografico in disarmo che, caduto in disgrazia anche lui per questioni di donne, si ritrova a fare la cronaca del gossip che odia più di ogni altra cosa al mondo. Tre personaggi (a loro c’è però da aggiungere almeno Micaela Ramazzotti che ha ancora una volta un ruolo che ne mette in risalto le capacità comiche) per una commedia corale sui padri separati che, come Verdone desidera da sempre, dovrebbe far ridere (e ci riesce) e anche pensare. Verdone cerca una svolta “corale” per il suo cinema: come ha più volte dichiarato presentando questo film cerca di spostare il suo personaggio dal centro della scena per farlo partecipare a una commedia di costume con diversi caratteri, altri protagonisti che bilancino il suo personaggio. In realtà questo è un percorso che ha già fatto nell’arco dei 25 film che ha diretto, e scorrendo la filmografia il cammino è evidente, ma questa volta il tentativo è più cercato, più voluto. Anche la scelta di partner forti, di attori con visi ben riconoscibili e riconosciuti, lo testimonia. La ricetta resta quindi quella che il regista ha utilizzato in passato, dando già dimostrazione di saperla maneggiare: la sua più grande capacità resta quella di mettere in ridicolo facce, tipi e situazioni, che va scovando con un’attenta osservazione della realtà. I coatti, i deboli, i meschini e tutto un popolo di “inadeguati”, quelli psicologicamente instabili, e i vitelloni mai andati in pensione. Una lunga, spesso divertentissima galleria. Verdone poi sa scegliere i volti giusti, i pezzi per comporre il suo puzzle umano, lo ha sempre saputo fare, nei ruoli secondari ancora meglio che in quelli dei protagonisti. E anche in Posti in piedi in Paradiso questo gli riesce. Meno efficace è invece la svolta “politica” nei suoi film, la critica che si aggiunge a quella sociale che da sempre è contenuta proprio nelle facce dei suoi caratteristi. E che in questo film è rappresentata dalla situazione dei padri separati, che dovrebbe essere l’argomento “forte” sottotraccia che viene però troppo frettolosamente tratteggiato e diluito nel corso della pellicola, e a quel punto affrontato senza il necessario coraggio. Il tono resta, questo purtroppo sì, superficiale e la cattiveria del passato risulta appannata. Osservatore dei tempi, dei costumi e delle meschinità (direttamente tradotte dalla lezione della commedia di cui è figlio a tutti gli effetti) Verdone si inerpica su un sentiero pericoloso quando vuole aggiungere un “finale”, una chiave di lettura che diventa troppo spiegata, sottolineata, quasi a voler far tornare i conti che stavano già in ordine prima. E che finiscono così inevitabilmente per imbrogliarsi.
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Posti in piedi in Paradisoregia Carlo Verdone, con Carlo Verdone, Marco Giallini, Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti
PRIMA VISIONE - Ulisse, Domenico e e Fulvio sono tre padri separati, costretti a convivere (con evidenti e comiche difficoltà) dividendosi un piccolo appartamento, per far fronte alle spese del quotidiano. Sono i tre nuovi personaggi che entrano a far parte della “galleria” creata da Carlo Verdone che su di loro ha costruito Posti in piedi in paradiso
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