«Quella foto non ho potuto guardarla per due mesi» VIDEO
FOTOGRAFIA ETICA: Francesca Mangiatordi autrice dello scatto simbolo di questa edizione del festival
«Rimangono tanti ricordi abbastanza provanti, difficili: io per due mesi non sono riuscita a guardarla questa immagine. Mi scatenava tutta una serie di emozioni, ovviamente negative, di ricordi che mi riportavano a quei periodi, al mese di marzo, che è stato per me il più traumatico. L’ho riguardata con più tranquillità soltanto alla fine di aprile, quando la situazione poi era migliorata, ma in quei due mesi non riuscivo a guardarla.
Uno scatto apparentemente semplice, dal punto di vista tecnico, ma che racchiude in sé il senso della pandemia, per come è stata vissuta dalla maggior parte degli operatori sanitari, che non si sono risparmiati sopportando turni massacranti e rischiando la propria salute nella lotta al Covid. L’immagine di quell’infermiera di spalle, accasciata sulla tastiera, spossata, ha fatto il giro del mondo: il medico Francesca Mangiatordi, dopo averla scattata, l’ha postata su facebook per raccontare ad amici e parenti quello che stava vivendo al pronto soccorso dell’ospedale di Cremona. Da lì, è stata ripresa da televisioni e giornali, fino ad approdare sul New York Times e, ora, al Festival della Fotografia Etica, dove ha vinto il World Report Award nella categoria “Single Shot”. Così è diventata l’immagine simbolo di questa edizione del festival della Fotografia Etica che ieri l’ha ospitata.
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