
(Foto di Rai)
I voti e i giudizi ai cantanti e a tutte le canzoni in gara al festival
La serata dei duetti ieri ha alleggerito l’ansia da prestazione e da classifica, che però tornerà prepotente oggi nella serata finale di Sanremo. È il sabato della verità: chi vincerà il 75esimo festival della canzone italiana? Se volete, potete dirci la vostra qui, intanto vi proponiamo le pagelle del “Cittadino” (in collaborazione con Ebim Records) a tutte le canzoni in gara.
“Chiamo io, chiami tu, chiamo io, chiami tu”: è già un tormentone. La sentiremo spesso alla radio, la versione sanremese di “Sesso e samba”.
Un pezzo “esistenziale” e melodico che si apre al grido di “La vita è solo un attimo”. Mancano i guizzi del passato.
Look a parte, la canzone spicca per attualità: immagini forti su passaggi elettronici interessanti.
Ballata perfetta per Sanremo. La sua voce blues raggiunge picchi notevoli: pathos e intensità.
Evoca notti disperate di amori finiti, un pezzo “alla Irama” con una voce effettata.
Un’overdose di “Cuoricini” (il titolo della canzone). Canzone “furba” con ritornello provocante che si candida a diventare un tormentone.
L’Ariston gli dedica grandi applausi. Apprezziamo il pezzo solo per il coraggio di cantare un tema delicatissimo: i figli che diventano genitori dei genitori.
Lei è un’icona, la canzone probabilmente non rende omaggio alla sua storia. Brano con ritmo e poco più.
Lauro è salito sul palco per vincere, con un brano profondo, dal testo costruito per immagini. “Incoscienti giovani” diventerà sicuramente uno dei capisaldi della discografia dell’artista.
L’ispirazione è chiara: il cantautorato italiano che strizza l’occhio alla scuola genovese. “La tana del granchio” è una ballata intima, che forse può non colpire al primo ascolto, ma porta in sé una profondità non indifferente.
Corsi è un incrocio tra l’arlecchino di Camerini e Bowie, con sonorità che rimandano a Ivan Graziani. Siamo felici di vedere un importante esponente della scena underground a Sanremo.
Tra cantautorato e hip hop. Il testo rientra nell’approccio post ironico della wave indipendente italiana, toccando anche fatti di attualità.
Un’artista di talento, ma “Fuorilegge” ci ricorda troppo “Click Boom!”. Preferivamo osasse di più.
Con autori d’eccezione come Petrella (Tropico) e D’Erme (Calcutta), i The Kolors hanno lanciato quello che sarà probabilmente uno dei tormentoni dell’estate che arriverà.
Un’artista che ha studiato e ha contezza di ciò che fa. La canzone è carina, ma ha bisogno di più di un ascolto per essere compresa. Il testo, costruito per immagini, rimanda alla scena indie.
Meravigliosa, con vibes molto Frida Kahlo. Con la sua chitarra ha dimostrato che è possibile entrare nel mainstream rimanendo coerenti con il proprio percorso.
Lasciamo da parte il gossip: il brano di Fedez è tra i più interessanti del Festival. “Battito” è una canzone ben costruita, che riesce a emozionare e a raccontare il dramma della depressione.
In soli due anni Olly è cresciuto esponenzialmente: da “Polvere” (brano presentato nel 2023 di Sanremo) a “Balorda nostalgia”, ha dimostrato di avere una capacità autoriale e interpretativa fuori dal comune. Inutile dire che vorremmo vederlo sul podio.
Purtroppo non ci siamo: il pezzo non rende giustizia alla carriera del gruppo, e lo getta nel dimenticatoio del festival.
La canzone è un confronto generazionale tra diversi esponenti della scena Urban italiana, con una fortissima impronta black. Un esperimento riuscito, che piacerà sia agli estimatori del genere sia a chi non ha familiarità con il mondo rap e hip hop.
Porta una canzone che serve solo a ripulirsi la coscienza. Se arrivi a Sanremo in quanto Tony Effe, pur con tutti i limiti, devi portare avanti la tua posizione artistica. Una bruttissima copia di Califano.
Orecchiabile, senza infamia e senza gloria. È cresciuta rispetto allo scorso anno, apparendo più consapevole e determinata.
Porta un brano classico totalmente nelle sue corde. Unica pecca: lo abbiamo visto troppo sobrio e rilassato.
Un voto d’incoraggiamento. Secondo noi l’artista è ancora troppo acerba per un palco così.
Non ci dilunghiamo sul talento della Brancale. Ma confermiamo che “Anema e Core” ci accompagnerà per tutta l’estate 2025. Garantito.
Sufficienza per il rapper di Salerno. Rocco rimane nella sua comfort zone, portando un brano che probabilmente rientrerà nelle canzoni dimenticabili del festival.
Ci sembra inutile continuare a sottolineare la bravura di Giorgia. Dopo il flop di Sanremo 2023, è arrivata all’Ariston pronta per il podio, e la canzone lo dimostra.
Non basta un balletto al microfono per diventare memorabili. Elodie è sempre brava e meravigliosa, ma occorre osare di più.
Brunori è l’artista che abbiamo amato di più durante questa edizione. Con il suo testo elegantemente costruito, la canzone ci ha fatto commuovere. Lo vorremmo vedere sul podio.
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