Scandal

SIAMO SERIAL Giochi di potere, complotti, omicidi e segreti: l’ultima stagione in onda su Rai 4

In certe puntate può essere magari poco convincente, ma la verità è che con “Scandal” non ci si annoia mai. In bilico tra follia e verosimiglianza, questa serie tv è una soap mascherata da political drama. Giochi di potere, complotti, omicidi e segreti sono ingredienti fondamentali, senza che il melò finisca mai in secondo piano. La firma è quella della showrunner del momento, Shonda Rhimes (in collaborazione con Betsy Beers), tre titoli per convincervi: “Grey’s Anatomy,” “Le regole del delitto perfetto” e la produzione della recentissima “Bridgerton”.

Scomparsa dai titoli di Netflix a febbraio per scelta della Abc, “Scandal” nelle scorse settimane è andata in onda su Rai 4 con la settima e ultima stagione. Protagonista è Olivia Pope (Kerry Washington), donna di grande determinazione. Ex portavoce della Casa Bianca per il presidente Fitz Grant, con cui ha una storia d’amore, Olivia decide di cambiare lavoro e aprire un’agenzia privata insieme a una squadra di “gladiatori in doppiopetto”. Gestire crisi e tutelare la privacy è la loro missione, fermando i casi prima che arrivino in tribunale e giocando al di fuori delle regole. Politica e melodramma s’intrecciano, scandali (di letto e non) si complicano, cifra stilistica, quest’ultima, di un’autrice che non lascia mai in sottofondo vita privata e sfera intima dei personaggi.

Per Shonda Rhimes “Scandal” è stato certamente un progetto ambizioso, ma alla fine non si è rivelato così potente e corale come “Grey’s Anatomy”: la sua eroina, Meredith Grey (Ellen Pompeo) è una beniamina la cui strada è costellata di errori, il gruppo di specializzandi che l’accompagna puntata dopo puntata è un insieme dettagliato e ben descritto di personaggi capaci di parlare al cuore degli spettatori. Una gigantesca soap opera popolare anni Duemila. “Grey’s Anatomy” è stato un grande, inaspettato successo, al punto da “partorire” uno spin-off: dalla sua costola è nato “Private Practice”, dove la dottoressa Addison Montgomery (Kate Walsh) inizia nuova vita e nuova carriera a Los Angeles.

Come sottolineato anche da Aldo Grasso e Cecilia Penati in “La nuova fabbrica dei sogni. Miti e riti delle serie tv americane”, è attraverso figure come Olivia Pope in “Scandal” e Annalise Keating (Viola Davis) nelle “Regole del delitto perfetto” che Shonda Rhimes esplora le sue origini. Donne afroamericane che non rientrano in nessun modello di comportamento stereotipato: «Tradiscono, imbrogliano e sono piene di imperfezioni come di aspetti positivi». Rhimes, autrice tra le più influenti nel panorama tv contemporaneo, possiede una casa di produzione, ShondaLand, che ha sfornato da poco il famoso “Bridgerton”, non a caso una soap fatta e finita.

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