Siamo serial: Devil may cry

Un anime Netflix ispirato al notissimo videogioco giapponese

Nella lotta tra bene e male, a volte persino i demoni si stupiscono della malvagità degli esseri umani. Come accade in Devil may cry (letteralmente “il diavolo potrebbe piangere”), serie tv animata ispirata all’omonimo videogioco giapponese firmato Capcom, che debuttò nel 2001 sulla Playstation 2. È stata creata da Adi Shankar, l’originale produttore che ha firmato anche Castlevania per lo Studio Mir; nel 2007 Madhouse aveva già dedicato una miniserie in dodici episodi allo storico videogioco.

La storia ha come protagonista un cacciatore di demoni a pagamento che si chiama Dante (il riferimento ad Alighieri, autore della Divina Commedia, non è per niente casuale), impegnato a sventare l’invasione dei demoni sulla Terra orchestrata dal cattivissimo Bianconiglio, così chiamato perché indossa una maschera ispirata al personaggio di Alice nel paese delle meraviglie.

In Devil may cry la Terra e l’Inferno sono separati da una barriera, creata dal demone Sparda per proteggere l’umanità dai suoi simili. Sparda, inoltre, aveva forgiato un amuleto diviso in due parti in grado di unire o separare i due regni. Alcuni mostri sono riusciti a inserirsi negli strappi della barriera per fuggire dai demoni più crudeli che abitano l’inferno, con l’obiettivo di rifarsi una vita senza nuocere alle persone. Sulla Terra, però, una task force si occupa di sterminare le entità malefiche, si tratta di una società chiamata Darkcom finanziata dal vice presidente degli Stati Uniti, descritto come un fanatico religioso, e capitanata dalla feroce soldatessa Mary. Dante è un cacciatore solitario che combatte il male dopo aver perso la propria famiglia, un personaggio forte, spavaldo e con un repertorio di battutacce.

Anche se siamo lontani dalla qualità visiva e artistica di Arcane, Devil may cry è una serie tv che potrebbe piacere sia agli adulti che ai millennials. Le puntate sono all’insegna dell’adrenalina, grazie alle scene di lotta e agli inseguimenti. Lo stile gotico è predominante, la colonna sonora sfodera pezzi heavy metal e rock, tra le band scelte ci sono Rage against the machine, Limp Bizkit, Green Day.

In questo periodo sia sul piccolo che sul grande schermo gli adattamenti dei videogiochi stanno riscontrando successo: Minecraft, The Last of Us, Until Down e, in arrivo nel 2027, Zelda. Nel caso di Devil may cry, il confine tra luce e ombra e tra bene e male è sottile e sfocato. La critica a una società intollerante e a una politica inadeguata è evidente, tra i temi sollevati spiccano la xenofobia, l’immigrazione, il fanatismo religioso, sempre affrontati con ironia. Tutti i personaggi, però, non importa se demoni o esseri umani, alla fine sono dipinti come crudeli o distruttivi.

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