SIAMO SERIAL: Inside man
La miniserie di Netflix con David Tennant e Stanley Tucci
L’assurdità del destino. La beffa delle coincidenze. Tutto perché un prete anglicano accetta di prendere una pendrive da un ragazzo che frequenta la sua chiesa, che contiene materiale pornografico e non vuole che la madre lo scopra. Per sbaglio, la chiavetta finisce nelle mani del figlio del sacerdote, che a sua volta la consegna all’insegnante di matematica, la quale scopre che in realtà il materiale salvato è pedopornografico e si convince che il responsabile sia il giovane. Così, il sacerdote decide di addossarsi la colpa, nel tentativo di salvare il figlio. Da qui, proprio da qui, inizia la discesa all’inferno del prete, dovuta a un equivoco. Inside man, miniserie thriller di Netflix, intreccia questa storia a un’altra vicenda, quella di un criminologo condannato a morte per aver ucciso la moglie; a legare le loro sorti è una giornalista che vuole solo conoscere la verità.
Inside man porta la firma di Steven Moffat, autore molto conosciuto nell’ambito televisivo, basti pensare a successi conclamati come Doctor Who e Sherlock. A questa aggiungete un cast di quelli che non si dimenticano facilmente: a cominciare da David Tennant, quasi superfluo dirlo, è bravissimo nel rendere il tormento del pastore che vorrebbe fare la cosa giusta ma finisce inevitabilmente per complicare le cose. Stanley Tucci è Jefferson Grieff, il condannato nel braccio della morte che ha capito tutto degli esseri umani e per questo riesce a risolvere i casi di omicidio. Il suo personaggio è un uomo che ha accettato la pena capitale per un solo, fondamentale motivo: ritiene di meritarsela. Strepitosa Dolly Wells nei panni di una scaltra Janice Fife, la vera vittima di tutta questa storia, l’insegnante di matematica che non avrebbe dovuto scoprire le immagini pedopornografiche nascoste nella chiavetta. Non ci sono interpreti poco convincenti in questa serie, semmai l’unico aspetto negativo è – in alcuni momenti – l’incepparsi della sceneggiatura, che non si rivela sempre all’altezza delle aspettative né chiarisce tutti gli elementi in gioco.
Bene e male, queste le due logiche che nella serie tv si scontrano, si capovolgono, si allontanano e si avvitano su loro stesse. Il finale lascia un po’ perplessi e un po’ a digiuno di dettagli, aprendo la porta a una seconda stagione. “Everyone is a murderer. You just have to meet the right person”, dice un provocatorio Mr. Grieff: “Ognuno di noi è un assassino, devi solo incontrare la persona giusta”.
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