Cultura
Mercoledì 28 Agosto 2024
SIAMO SERIAL La Sindone di Torino
Una docuserie in due stagioni, ciascuna di quattro episodi di circa dieci minuti
Fede, scienza, devozione. L’incredibile avventura della Sindone ha sempre vissuto su una sottile linea di demarcazione, senza smettere di creare nuovi interrogativi tra diversi mondi e in differenti epoche. La diocesi di Torino, insieme al Centro internazionale studi sulla Sindone, Officina della Comunicazione, Vativision e il contributo di fondazione CRT, ha dedicato una docuserie in due stagioni (con tanto di podcast) sul prezioso telo conservato nella cattedrale di Torino, il cui custode pontificio è l’arcivescovo monsignor Roberto Repole. «Credo che gli scienziati abbiano provato un forte interesse nei confronti della Sindone – ha detto monsignor Repole – precisamente perché da duemila anni c’è nel mondo il racconto di Gesù Cristo. Se non ci fosse stato questo racconto, se non ci fosse stata la testimonianza dei primi discepoli e della Chiesa vivente di Cristo morto e risorto, penso che la stessa scienza non avrebbe avuto così grande interesse ad occuparsi di un telo come quello sindonico».
La docuserie è costituita da due stagioni, ciascuna di quattro episodi di circa dieci minuti, per la regia di Omar Pesenti. La prima risale al 2023 e contiene alcune riflessioni di monsignor Repole e la testimonianza storica di Gianmaria Zaccone; la seconda è uscita invece nel 2024, in concomitanza con la presentazione delle iniziative diocesane per il Giubileo 2025 che dovrebbe prevedere un’ostensione pubblica, in particolar modo per i giovani, e diverse iniziative digitali.
La Sindone è un telo antichissimo, un lenzuolo di sepoltura con impressa l’immagine di un corpo umano con segni evidenti di torture e macchie di sangue, compatibili con quelli di un condannato a morte per crocefissione. È il telo utilizzato per avvolgere il corpo di Gesù nel sepolcro? Tutto ruota attorno a questa domanda, con gli scienziati di tutto il mondo all’opera per cercare di dare una risposta. Per i non credenti, la Sindone resta un’importante testimonianza del passato e, per certi versi, un mistero. Per i credenti, invece, restano scolpite le parole di Benedetto XVI sulla Sindone, «il mistero più oscuro della fede è nello stesso tempo il segno più luminoso di una speranza che non ha confini. E la Sindone sta a testimoniare precisamente quell’intervallo unico e irripetibile in cui Dio, in Gesù Cristo, ha condiviso non solo il nostro morire, ma anche il nostro rimanere nella morte. La solidarietà più radicale». A cui si aggiunge l’invito di papa Francesco: «Lasciamoci raggiungere da questo sguardo, che non cerca i nostri occhi ma il nostro cuore. Ascoltiamo ciò che vuole dirci, nel silenzio, oltrepassando la stessa morte. Attraverso la Sacra Sindone ci giunge la Parola unica ed ultima di Dio: l’Amore fatto uomo, incarnato nella nostra storia; l’Amore misericordioso di Dio che ha preso su di sé tutto il male del mondo per liberarci dal suo dominio».
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