Si può ridere, o almeno sorridere, della morte? È quello che succede nello spettacolo Tanti saluti scritto e interpretato da Giuliana Musso, che sarà al Teatro alle Vigne di Lodi sabato 31 gennaio, nell’ambito della rassegna Labirinti dell’anima; il discorso su un tema così delicato come la fine della vita è affidato a tre clown, che su una scena che ospita al centro una rudimentale e un po’ buffa cassa da morto, cercano di avvicinare con ironia un argomento spesso rimosso per paura o per scaramanzia. Giuliana Musso, attrice e autrice teatrale, premio della critica 2005, è tra le personalità più significative nel panorama italiano del teatro di narrazione (il suo curriculum vanta collaborazioni con Marco Paolini, Gabriele Vacis, Eugenio Allegri): un teatro che lei chiama «di indagine», che si colloca al confine con il giornalismo di inchiesta, ma fa anche uso del registro della comicità. «Nello spettacolo – ci spiega – ci sono due binari di narrazione molto diversi: da una parte ho messo in scena le testimonianze raccolte in due anni di ricerca, ascoltando le persone che con la morte si trovano a contatto ogni giorno: medici, infermieri, persone che lavorano nei luoghi del morire: hospice, ospedali, reparti di lungo-degenza, sale di terapia intensiva. La fine della vita è un argomento su cui si è parlato molto, ma a volte a sproposito. Solo chi ha fatto esperienza diretta di questa realtà può farcela conoscere, per così dire, dall’interno». L’altro filo conduttore è offerto dalla performance dei clown: «Sono dei micro-racconti che si permettono di mettere in scena ironicamente l’atteggiamento di tutti noi di fronte alla morte, le nostre paure, le nostre fragilità, la nostra pretesa di immortalità». Lo spettacolo fa parte di una trilogia sui momenti fondamentali dell’esistenza, (Nati in casa, sulla nascita e Sex Machine sulla sessualità sono gli alti due titoli), «una specie di ABC della vita», la definisce lei scherzando; Tanti saluti è ora in tournée per il sesto anno consecutivo e il successo ottenuto con le oltre centoventi repliche testimonia che la comicità è una chiave d’accesso efficace a un tema difficile: «Il risultato ottenuto è risvegliare un sentimento di empatia nel pubblico; c’è anche una sorta di effetto terapeutico che aiuta chi ha vissuto un lutto: parlare della morte ci salva dall’angoscia». La scelta di affidare il testo a tre clown viene così spiegata dall’attrice: «Ho voluto mettere in scena delle figure al di sopra dei giochi: il clown, per sua stessa natura, non muore mai, non gli è concesso di morire; così può parlare dell’argomento con leggerezza e poesia». L’ultima osservazione dell’autrice è sulla natura profonda del suo teatro, che «non è mai di fiction, è un teatro del reale, dove il racconto si basa sull’esperienza vera e concreta, non sull’invenzione. Attraverso l’osservazione della realtà, cerco di porre interrogativi, senza moralismi, ma narrando la complessità della vita».
Approda sabato 31 gennaio alle Vigne di Lodi per la rassegna Labirinti dell’anima, la coraggiosa pièce Tanti saluti, in cuitre clown provano a sorridere sulla fine della vita.
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