TEATRO Il cabaret “intelligente”: Ale e Franz ripercorrono le orme di Cochi e Renato
Il duo protagonista di un’applaudita serata alle Vigne
Una comicità surreale e raffinata, (quasi) mai volgare, che si nutre di giochi linguistici, fraintendimenti, luoghi comuni e nonsense. Ale e Franz, al secolo Alessandro Besentini e Francesco Villa, sono i Cochi e Renato dei nostri tempi. Hanno attinto a piene mani dal cabaret milanese – e i ripetuti omaggi a un maestro illuminato come Enzo Jannacci non sono certo casuali – e hanno costruito un loro mondo: unico, spiazzante, geniale. Alcuni sketch sono storia della nostra comicità: in teatro rendono ancora meglio che in televisione, grazie a meccanismi ormai ultra-collaudati, frutto di una collaborazione artistica e di un’amicizia che durano da trent’anni.
Mercoledì sera il numeroso pubblico delle Vigne ha travolto di applausi i due attori, accompagnati nell’ultima parte dello spettacolo da un ospite a sorpresa, Enzo Iacchetti, pure lui formatosi alla scuola del cabaret meneghino. Sul palco anche quattro eccellenti musicisti: la band formata da Luigi Schiavone, Fabrizio Palermo, Marco Orsi e Francesco Luppi che ha accompagnato il duo (o trio, con la presenza di Iacchetti) sulle note di classici intramontabili di Jannacci e Cochi e Renato come “L’importante è esagerare”, “Ci vuole orecchio”, “Canzone intelligente”, “Vengo anch’io, no tu no”. Il “NatAle & Franz Show”, titolo che si esaurirà dopo le feste, ha condensato il meglio del repertorio dei due comici.
Dalle 21 alle 23.30 passate (unico, piccolo neo: la lunghezza dello spettacolo, forse per troppa generosità nei confronti degli spettatori), Ale e Franz si sono divertiti - strappando naturalmente risate a non finire – immedesimandosi nei panni di personaggi stralunati, parodie di “tipi umani” che esistono davvero e che i due attori portano all’eccesso. Straordinario il primo “quadro”, il dialogo tra un finto Babbo Natale (Ale) con l’auto in panne tra Monza e Milano che chiama l’addetto all’assistenza stradale (Franz): una conversazione che sfocia nel surrealismo assoluto e che si conclude con l’invio di un camion dei pompieri (il regalo mai ricevuto dal centralinista durante l’infanzia) al posto del carro attrezzi. Formidabile anche il colloquio tra due padri nella sala d’attesa di un ospedale mentre le mogli stanno per partorire e quello tra due signori che si incontrano al parco: uno “papà” di un cane Terranova («Una bestia intelligentissima»), l’altro “finto tonto” che si rivela essere un convinto animalista. Insieme a Iacchetti è stato poi ricreato il “presepe” dell’anno zero, e lo stesso Iacchetti, tra una canzone e l’altra, ha preso parte allo sketch più atteso, quello della mitica panchina. Battute fulminanti, giochi di parole incessanti ed esilaranti e, soprattutto, la voglia di stare ancora insieme su un palco per portare leggerezza e divertimento: dopo trent’anni la ricetta di Ale e Franz funziona ancora benissimo.n
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