TEATRO Le “schegge di memoria” e il caso Billy Milligan

In cartellone al Franco Parenti di Milano

Il teatro contemporaneo da tempo non rispetta, anzi sembra preposto a scardinare luoghi e codici del teatro di tradizione. Tale predisposizione allo scandalo l’ha portato ad esiti discutibili, ma anche a indagare le molteplici relazioni che s’instaurano sul palco tra finzione scenica, realtà attoriale ed effetto drammaturgico esaltato dall’uso tecnologico delle immagini. Ciò ha consentito di lavorare non solo sul testo teatrale, ma sull’adattamento derivato da testi scritti e destinati ad altro uso. Maestro insuperabile è stato in tal senso Luca Ronconi. E non pare un caso che “Schegge di memoria disordinata a inchiostropolicromo”, in cartellone al Teatro Franco Parenti di Milano fino al 13 aprile prossimo, abbia nel suo cast artisitico interpreti formatasi alla scuola di Ronconi. Con in più la sagace sapienza intertestuale, performativa e multimediale di Gianni Forte, qui chiamato a dare contenuto a una vicenda pre-esistente dal regista e attore in residenza al Teatro Parenti, Fausto Cabra, già visto qualche settimana nella ripresa del bergmaniano “Scene da un matrimonio” per la regia di Raphael Tobia Vogel. Ecco che il pretesto per la messa in scena è dato da un celebre fatto di cronaca di fine anni settanta: il processo a Billy Milligan, stupratore seriale, figlio di un comico suicida, riconosciuto colpevole e allo stesso tempo capace di avvilupare la propria disturbata personalità in altre 24. Ovviamente compresa la sua. La ricostruzione del caso assume così le sembianze di un viaggio iniziatico a ritroso. Una salita agli inferi dell’inconscio, dell’incapacità di preservare i ricordi e di ricomporli in modo frammentato e distorto. Atto criminale che si fa cronaca , interrogatorio che è più di una seduta psicanalitica, alternanza di punti di vista che sconquassano le già frantumate prospettive dell’accusato non consentono un attimo di disattenzione allo spettatore che capta il desiderio dei protagonisti di essere riconosciuti nella loro effettiva realtà di personaggi. Così, un caso procedurale diventa anche occasione di smascheramento dell’officina teatrale di alcuni dei migliori registi e attori del panorama nazionale. Straordinaria l’intepretazione di Billy da parte di Raffaele Esposito. Non da meno le altre due protagoniste, Anna Gualdo e Elena Gigliotti.

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