TELEKOMMANDO Da Pompei a Villaggio, il sale sulla coda di mamma Rai

Qualche polemica sulla tv acchiappa-turismo e gli elogi a Manfredi

Questa settimana, quasi ai suoi due poli, si sono consumate alcune polemiche o meglio alcune critiche, soprattutto social, che hanno dato pepe e messo sale sulla coda di due produzioni Rai. Proprio della nostra emittente pubblica che, in quanto ad ascolti, pare non passarsela bene. Tanto da far esclamare a Michele Santoro da Di martedì che Mediaset ha superato la Rai e questo non sarebbe mai successo quando lui e altri facevano del servizio pubblico una vera fucina di creatività. Come dargli torto. Ma, quali sono le due produzioni ancora non svelate. La prima andata in onda lunedì riguarda la Pompei vista in piano-sequenza da Alberto Angela. Nemmeno fosse Hitchcock di “Nodo alla gola” e infatti numerose critiche sono arrivate dal pubblico più sorvegliato e affine alle questioni archeologiche e lontane dalle scoperte sensazionalistiche che il sito archeologico più celebre del mondo sembra rilasciare “a tempo”. Questo però attiene a una politica culturale vicina ai gangli del potere che sfrutta a proprio beneficio le lenze dell’acchiappa-turismo che servono a rimpinguare casse sempre più esangui. Però, se si toglie questo lato oscuro, la tv fa benissimo a far conoscere ciò che ci è lontano nello spazio e nel tempo e senza dubbio Alberto Angela vi riesce anche con capacità critiche e ragionanti. L’altra produzione è il film biografico di Luca Manfredi dedicato a Paolo Villaggio in Com’è umano lei, andato in onda giovedì. Sempre su Raiuno. Più della galleria di scienziati, artisti, attori e politici che le biografie Rai mettono in campo è interessante come Luca Manfredi, figlio d’arte e regista di solida formazione riesca a illuminare lati dei personaggi che filma spesso inediti. Per Villaggio lo fa ricostruendone gli inizi non focalizzando l’attenzione sui suoi fallimenti iniziali rima del successo, ma attraversandone gli affetti a cominciare dalla fidanzata e poi moglie Maura. Questo non è poco per una tv che soffre della sindrome del protagonista. Su tutto.

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