Ogni tanto mi viene la voglia di capire e misurare l’influenza degli influencer (poco importa il bisticcio di parole appena scritto) sui gusti del pubblico televisivo. Quando leggo su Instagram che Temptation Island è la più bella trasmissione di sempre, quasi in istantanea con la messa in onda, ho la tv accesa sul programma e dico questo perché si sa che è registrato, anzi concluso e i suoi partecipanti sono contrattualmente costretti al silenzio, mi rendo conto di come la sfera mediatica, una volta chiusa, abbia oggi buchi profondi che poi sono il carburante che consente di allargarsi alla globalità delle informazioni. Anche quando si tratta di intrattenimento. Peraltro per quanto riguarda il genere poco intelligente. Mentre, sposto l’attenzione sugli ascolti, leggo altissimi, quindi tutti contenti? Ed infatti, m’accorgo che viaggia in loop ad ogni interruzione pubblicitaria l’avviso che la settimana prossima addirittura ci saranno due puntate, una dietro l’altra, niente di strano. Il cavallo lanciato nella corsa deve essere cavalcato e guidato alla meta. Possibilmente non lasciandolo “scosso”. Poi, tra lo sguardo distratto sui litigi dei fidanzati e degli stessi con tentatori e tentatrici, peraltro senza filtri se non nell’incomprensibilità del dialetto parlato, direi urlato, da alcuni, in particolar modo negli infantili insulti che si rivolgono, sono più attirato dalle notizie il web e i social riportano sulle dinamiche di Temptation. Dunque, leggo in anticipo cosa di lì a qualche minuto accadrà. Anzi, so già – a grandi linee – quale sarà il destino di alcune coppie. Insomma, il cortocircuito mentale e visivo è totale. Pervasivo e quasi ti costringe a scegliere se continuare la visione o cambiare canale. Un po’ come è accaduto la sera prima con la partita del cuore tra cantanti e politici che ha dato la stura “social” a improbabili apparentamenti e consunte e spacciate per nuove alleanze.
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