TELEKOMMANDO

La stagione autunno – inverno della tv è cominciata e si vede dal filotto di serie tv inanellate dalla Rai e da Mediaset questa settimana. Insomma, se non con i fuochi d’artificio la tv 2024 – 25 si configura come da una parte consapevole che l’usato sicuro funziona ancora (qui vale bene leggere tutto il comparto del cosiddetto infotaiment, compresi i talent e i reality), dall’altro invece tenta di rivitalizzare le celebri serate cinematografiche del lunedì e del mercoledì (non c’erano ancora le partite della Champions League) con la produzione e realizzazione di fiction e serie tv capaci di far concorrenza alle più spettacolari serie americane. Insomma, è pure piacevole mescolare il vecchio film del lunedì con gli affascinanti telefilm degli anni settanta. Sì, dico questo perché I leoni di Sicilia (Raiuno dai romanzi di Stefania Auci, regia Paolo Genovese, protagonisti Miriam Leone e Michele Riondino), I fratelli Corsaro (Canale 5 dai romanzi di Salvo Toscano, regia Francesco Miccichè, protagonisti Beppe Fiorello e Paolo Briguglia) e Kostas (dai romanzi di Petros Markaris, regia Milena Picozza, con Stefano Fresi e Francesca Inaudi), al di là della matrice letteraria di provenienza che sembra una singolare disfida tra case editrici, ma pure i vecchi Nero Wolfe e Maigret come i recenti Montalbano e Mina Settembre avevano e hanno come base romanzi, per lo più di successo, per come sono girati gettano un lume sul passato aureo della tv. Con i loro tempi lentissimi, quasi a voler indagare elusivamente sui caratteri psicologici dei personaggi che più sui fatti delle trame. Questo forse è un limite invalicabile per certa letteratura, in particolar modo italiana, che nemmeno la voglia di andare oltre l’io leggendo la realtà con la realtà ha saputo evitare.

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