
Talvolta. Anzi, cambio immediatamente registro, sempre più spesso la tv pubblica e in particolar modo in questi ultimi sette giorni sembra aver scavallato il confine tra pubblico e privato. Di certo, come si diceva una volta, il privato deve essere pubblico. Ma - e aggiungo - non necessariamente il privato deve essere pubblico. Non è un gioco di parole come quelli che piacciono a me. Nemmeno è un non -sense, cosa che appartiene a un certo tipo di scrittura. Anche televisiva. A ben vedere. Allora cosa sono state le apparizioni e sparizioni di Guillermo Mariotto a Ballando con le stelle e di Teo Mammuccari a Belve? Ovviamente, nessuno dei due è un mago e fuor di metafora, ho voluto dire che comportamenti del genere poche volte ne ho visti. Tuttavia, i due uomini di spettacolo, inteso nel modo più largo possibile, hanno addotto per il loro comportamento una giustificazione buona per tutte le stagioni: motivi personali. Evito la descrizione dei due espisodi, tanto sapete cosa è accaduto e se lo ignorate ci sono i social a far la solita grancassa su fatti e misfatti di quella piccola “babilonia” che è l’industria culturale italiana. Non sto facendo satira né sarcasmo nel dire ciò. Comunque: non amo particolarmente i due programmi di Milly Carlucci e di Francesca Fagnani. Dell’ultima, ci sono le continue anticipazioni che consentono di non stare due ore e più incollati al video ad ascoltare un format di interviste sempre più warholiano, Sebbene alcune sono condotte anche in modo ironico e divertente, ma Mammuccari di certo non l’ha pensata così. Mentre della gara della Carlucci (ho scritto la Carlucci in barba alla scrittura di oggi che vorrebbe che scrivessi “di”) apprezzo soprattutto i momenti del ballo. Trovo noiosi sia i voti sia i battibecchi tra giuria e ballerini, diventati così esasperanti che anche i maestri per anni muti hanno trovato il modo di dir la loro, allungando a dismisura, a tempi quasi “sanremesi”, la sera del sabato.
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