
Non vi è Mina Settembre o Conte di Montecristo che tengano botta con la realtà di ogni giorno. Questo per dire che verosimiglianza o finzione, passioni e vendette, sentimento e morale, non sempre. Anzi quasi mai, vanno a braccetto con l’arte e l’intrattenimento. Figuriamoci con la letteratura. Anche se leggere la quotidianità con questa aiuta non poco. In barba allo stigma pasoliniano che voleva, ma forse era un desiderio più di altri (l’indirizzo è alla Rai che fu di Angelo Guglielmi) che la realtà doveva leggersi per forza con la realtà. Tra questi due poli, il verosimile televisivo e la finzione più smaccata (il teatro contemporaneo è la sua più evidente manifestazione) s’insinua la cronaca, che nelle sue pieghe si rivela anche filosofica. Per ciò che vuol dire e – soprattutto – non dire. In tutto questo ciarlare, per l’appunto, s’insinua la tv come media, vecchio e sorprendentemente nuovo, allorquando s’accende come finestra sul mondo. Sto rispolverando un linguaggio vecchio, però quanto metaforicamente efficace, per cercar di affrontare da un punto di vista, non dico inusuale (e non può esserlo per ovvie ragioni), ma perlomeno non scontato la cerimonia d’insediamento alla presidenza degli Stati Uniti di Donald Trump. Perché questo è stato l’avvenimento della settimana. Senza alcun dubbio e sul quale si sono accese le telecamere e le tv del pianeta. Si sono sprecati parole e commenti sul pro e contro il discorso che il tycoon ha recitato, in una sorta di improvvisazione controllata, tesa a un decisionismo che poco ha fatto i conti con chi non lo sopporta. Sebbene, molti, ma proprio molti sembrano pensarla al suo stesso modo. Di certo dell’avvenimento sopravviveranno alcune immagini iconiche (altra parola abusata e quanto se ne avrebbe a male un critico controcorrente come Luca Beatrice, scomparso nei giorni scorsi) come il cappello alla Audrey Hepburn della First Lady, l’esultanza “sportiva” di Elon Musk all’annuncio che (prima o poi) si andrà su Marte. E non per ultimo i tic della mimica trumpiana. Anche questa è cronaca e far televisione.
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