TELEKOMMANDO

In un certo qual modo trovo triste la discesa agli inferi degli ascolti di Amadeus. I programmi che ne dovevano lanciare o meglio rinnovare la figura, non appena approdato sulla piattaforma Discovery, si sta rivelando per il conduttore ravennate una vera e propria nemesi. Criticato un po’ in ogni dove che appartenga al mondo della critica televisiva, egli non fa nulla per risollevarsi o controbattere. Almeno in apparenza. I tre programmi che l’hanno visto e lo vedono ancora alla conduzione: da Chissà chi è a La Corrida fino a Like a star sembrano rifacimenti di altri programmi. Alcuni pure da Amadeus stesso condotti. Poi, ci si è messa pure l’operazione Amici di mezzo che subito ha fatto storcere il naso a molti nel dire: ecco pronto un passaggio a Mediaset. Questi però sono solo rumors di corridoio che non fanno tv, ma solo gossip. Più interessante è invece (se ne fossimo capaci) comprendere il perché Amadeus abbia perso il suo tocco da Re Mida degli ascolti. Indimenticabili i suoi Sanremo, le gag con l’amico Fiorello (che non a caso preferisce la radio al video, anche se poi anche la radio ha la sua parte visuale), i game – show preserali. Forse Amadeus , al pari di alcuni conduttori degli anni 80 che passarono dalla Rai all’allora Fininvest e fecero fatica ad ambientarsi tanto da ritornare all’ovile originario, risulta talmente identificato con l’emittente pubblica che lo spettatore medio fatica a vederlo non su Raiuno. Questioni ad esempio che non hanno riguardato Fabio Fazio che brandizzando Che tempo che fa ed essendo stato un globetrotter dei canali Rai, non ha sofferto tale passaggio. Che poi sia un mago della programmazione “a pezzi” questo è un altro discorso.

Fabio Francione

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