TELEVISIONE Amadei spiega i segreti del vino dalla Clerici, in radio, sui social e sui giornali

Il 37enne ex calciatore lodigiano è diventato un personaggio a “È sempre mezzogiorno!”

Gli appassionati di cucina lo conoscono per la presenza a “È sempre mezzogiorno!”, il programma di Rai Uno condotto da Antonella Clerici che venerdì 31 maggio ha chiuso la stagione (tornerà in onda a settembre). Ma Andrea Amadei, 37 anni, lodigiano, sommelier e “comunicatore del vino”, è voce nota anche in radio (partecipa alla storica trasmissione “Decanter” su Rai Radio Due) e figura molto apprezzata sui social dove ha numeri da “influencer” (quasi 12mila seguaci solo su Instagram).

Andrea, una domanda che ti avranno già fatto mille volte: com’è nata la passione per il vino?

«È strettamente legata al cibo. La mia nonna materna cucinava per me, era sempre felice di farmi assaggiare nuovi piatti: il cibo è diventato amore. Un’altra figura chiave è il nonno paterno, professore appassionato di arte: portava me e i miei cugini in giro per musei, poi ci faceva attraversare la città per andare a mangiare nel ristorante più storico e tipico del luogo. Mi sono iscritto all’università di scienze gastronomiche a Parma e poi ho cominciato a lavorare nel settore moda. Ma non ero soddisfatto. Un giorno, per caso, ho visto in tv una puntata di “Linea verde”: “Ma questo fa il Michelasso, lo voglio fare anch’io”, ho pensato guardando il conduttore. Così mi sono messo a studiare i format dei vari programmi enogastronomici televisivi e, soprattutto, la figura di Mario Soldati, lo scrittore e regista che per primo realizzò una trasmissione di questo tipo. È autore anche di “Vino al vino”, il libro più bello mai scritto sull’argomento. Da quel giorno il vino è diventato poesia. Sono riuscito a entrare, come stagista, nel programma “Fuori di gusto” su La7. Era il 2012. In un paio di giorni la mia vita è cambiata. Mi sono trasferito a Roma, ho mollato il Fanfulla, dove giocavo da tempo (si definisce “mediano sette polmoni ma con i piedi storti”, ndc), il corso di teatro e il mio lavoro nella moda. Un vero salto nel buio. Ho iniziato come redattore, poi, un anno dopo, mi hanno proposto di entrare nella squadra di “Decanter” in radio. E lì è iniziata la mia avventura. Curo anche i contenuti del giornale “The art of wine”. Faccio avanti e indietro tra Milano e Roma, ma Lodi rimane comunque tappa fissa dei miei spostamenti».

Racconti il vino in tv, in radio, sui social, sul giornale: come cambia il linguaggio a seconda del media utilizzato?

«Il metodo di lavoro non cambia molto. Ciò che conta è l’interesse che si suscita nel pubblico. Ogni vino è diverso, ha caratteristiche uniche. In ogni racconto non possono mancare il territorio, l’uva e il produttore. La cosa importante è dare colore. Non mi concentro solo sulla tecnica, ma su ciò che potrebbe colpire una persona che non è del settore. La mia missione è fare divulgazione per tutti».

Come e quando è nata l’esperienza televisiva a “È sempre mezzogiorno!”?

«Quattro anni fa. Cercavano qualcuno che raccontasse il vino, ma non in maniera tecnica e “fredda”. Ricordo ancora la prima puntata: ero un pezzo di legno, la faccia rossa e sudata, il cuore che batteva fortissimo. Poi è andata meglio: ho imparato ad accettare il mio modo di gesticolare, la mia inflessione lombarda: sono diventato più vero e il pubblico ha iniziato ad apprezzarmi. Il mio ruolo è quello di “ingolosire”. Lascio da parte la tecnica, anche perché per riconoscere certi profumi il naso va allenato, è come un muscolo. Partecipo una o due volte a settimana, martedì è stata la mia ultima apparizione per questa stagione. Ci rivedremo in autunno. Il rapporto con Antonella Clerici? Molto professionale. È una persona disponibile, sensibile ed empatica. Crea un ambiente armonioso e mette tutti a proprio agio».

Quali sono i luoghi comuni più diffusi sul vino?

«Tantissimi. Tipo che il rosso non sta bene con il pesce e il bianco non sta bene con la carne: non è vero, dipende dalla ricetta e da quale vino viene servito. Un altro falso mito è che i rossi non si servono freddi: dipende sempre dal vino, che deve avere un tannino lieve».

Prossimi progetti?

«“Decanter” continuerà fino a fine giugno, in più devo preparare i contenuti per il giornale. In questo momento, inoltre, sto approfondendo gli studi di Beppe Vessicchio sulla musica armonico-naturale che può migliorare le proprietà organolettiche del vino, ma anche di olio, frutta, miele».

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