The Comey rule
SIAMO SERIAL: con “Sfida al presidente” continua il nostro viaggio nell’universo delle serie tv
C’è una serie che bisogna assolutamente vedere a ridosso di questo martedì 3 novembre, Election Day negli Stati Uniti. “The Comey rule. Sfida al Presidente” ha la funzione di una guida pratica a come funziona il meccanismo democratico in quel Paese, oltre che funzionare come un libro di testo per raccontare come andò la volta scorsa, nel 2016, quando Donald Trump diventò il 45° presidente della storia americana. Basato sul libro “A Higher Loyaly, Truth Lies and Leadership” scritto dall’ex capo dell’FBI James Comey racconta (in due parti distinte) le vicende che portarono all’elezione di Trump e poi - nel secondo capitolo della mini serie - il rapporto tra il presidente neoeletto e il capo del bureau.
Ma perché valeva la pena raccontare questa storia, più di ogni altra legata ai vertici politici di quella grande nazione? Perché nei giorni che precedettero l’elezione di Trump si concentrarono negli Stati Uniti tutti gli elementi di una spy story - verissima - che pare esser stata scritta dal più abile degli sceneggiatori, tutti gli intrighi, i legami, le trame (sotterranee e alla luce del sole) del più appassionante dei film sulla macchina politica Usa.
Nominato da Barack Obama Comey si trovò per le mani a poche settimane dal voto la (ormai) celebre vicenda delle e-mail private di Hillary Clinton, dovendo decidere se aprire un’indagine che avrebbe potuto avere un impatto sulle elezioni. Come di fatto avvenne.
Nella seconda parte “The Comey rule” racconta invece come detto il difficile rapporto tra il presidente e il direttore Comey che risultò determinante per la sua elezione ma che non era certo un “suo” uomo.
Conflitto interiore, cronaca, Russiagate: le due puntate sono un concentrato preciso e accurato che non deluderanno gli appsssionati del genere. Su tutto innanzitutto - oltre alla tensione di un racconto che ha elementi thriller nonostante una fine che è nota a tutti - i valori guida citati nel titolo del libro biografia di Comey: lealtà e verità che dovrebbero sempre guidare gli uomini che governano un Paese. E bugie... che fanno il resto.
Figlia di “Tutti gli uomini del presidente” come di “House of Card”, da cui non eredita la cattiveria, “The Comey rule” divide troppo didascalicamente bene e male e non coglie le sfumature, accontentandosi un po’ del materiale - invidiabile - già contenuto nella storia. A sorreggere l’impianto narrativo un cast di alto livello in cui giganteggiano Jeff Daniels e Brendan Gleeson con le loro straordinarie interpretazioni. Se quest’ultimo deve faticare un poco a non trasformare il suo Trump in una macchietta il primo appare a suo agio nelle stanze del potere come era accaduto in “The looming Tower”.
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