Un omaggio a Vanelli, artista poliedrico capace di dare anima alla materia

Il nuovo libro pubblicato da Pmp curata dal fotografo Pasqualino Borella

Una monografia che ripercorre rigorosamente il percorso artistico di Felice Vanelli, compianto maestro lodigiano (1936-2016) che ha lasciato tracce indelebili del suo talento in ogni ambito, dai dipinti a olio ai disegni, dall’affresco alla scultura fino alla ceramica. “Felice Vanelli – Una vita per l’arte” documenta le opere realizzate tra il 1955 e il 2016: il volume, pubblicato da Pmp Edizioni e in vendita a 13 euro in diverse edicole e librerie della provincia (e anche nella sede del “Cittadino” in via Gorini), è curato da Pasqualino Borella, storico fotografo del nostro giornale e di altre importanti testate nazionali. La monografia raccoglie le opere principali di Vanelli accompagnate da una scheda tecnica di supporto e dalle riflessioni recuperate dagli appunti dell’artista: «Ogni mia opera inizia da uno schizzo di base – raccontava -, poi la sviluppo in tutte le fasi di realizzazione». Il volume è composto da 232 pagine a colori (formato 21x 29,7) ed è arricchito da oltre 600 illustrazioni. Articolato in varie sezioni, il libro indaga tutti gli ambiti in cui ha operato il maestro lodigiano: la pittura, l’affresco, la scultura, le arti applicate, le sperimentazioni nel campo della grafica, della ceramica e del vetro. Vanelli è sempre rimasto fedele alla sua idea di figurativo, corroborata da una naturale predilezione per il disegno già in giovane età; gli studi all’Accademia di Brera e al Corso superiore d’arte (sezione affresco al Castello Sforzesco di Milano) hanno quindi definito la sua poetica, in cui la notevole tecnica si sposa con un’intensa religiosità. Negli anni la sua arte si è evoluta: dal classico olio al cavalletto è passato alla realizzazione delle grandi masse da “domare” negli affreschi, dipinti in ambito religioso, e di apparati e sculture complesse forgiate con svariati materiali: bronzo, ceramica, cotto e vetroresina. «Quando penso a un progetto, lo schizzo velocemente – spiegava l’artista -: la “massa scomposta” mi serve per preparare i modelli per la posa, rigorosamente dal vivo; è un modo per dare un carattere, una personalità ai miei disegni: ogni figura diventa così un personaggio con corpo e anima. La scelta non è sempre facile, occorrono diverse personalità, anche se tra i modelli più apprezzati si annoverano i familiari, i parenti, gli amici, i bambini, i volti interessanti».

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