VENEZIA 78: I segreti nascosti nella provincia malata dei fratelli D’Innocenzo

“America Latina” è un film sulle cose che seppelliamo sotto il tappeto, “Les choses Humaines” di Yvan Attal è un film all’altezza del libro

“America Latina” è un film sulle cose che seppelliamo sotto il tappeto, i segreti che nascondiamo nelle cantine della nostra provincia in cui fanno irruzione ancora una volta i fratelli D’Innocenzo. Ed è il gioco di parole del titolo a dare le coordinate per interpretare la storia che, purtroppo, rimane invece inespressa per buona parte, nonostante il talento dei registi di “La terra dell’abbastanza”.

Massimo è un dentista con una casa borghese e una bella famiglia, la piscina, un amico con cui beve qualche birra, una vita che sembra senza nessuna ombra. Il velo si squarcia quando scopre nella cantina della sua villa una ragazza legata e imbavagliata: chi ce l’ha portata? Può averla messa lì lui e non ricordare nulla? E gli altri lo sanno, la moglie, le figlie: fanno finta, sono complici?

In bilico tra allucinazione e realismo (la notizia al tg di un’ennesima strage in famiglia) i fratelli D’Innocenzo sembrano partire da un’idea folgorante, ma il loro “America Latina” sinceramente lascia troppo non detto e non risolto, anche in un cinema che non deve per forza spiegare ogni singolo passaggio. Resta il disagio crescente del protagonista, la sua caduta in un vortice che pare essere di follia, che a questo punto diventa simbolico come la cantina, l’acqua che sale e toglie il respiro, la fossa scavata in aperta campagna, la villa e la piscina. I registi continuano insomma dopo “Favolacce” il loro viaggio nelle ombre di una provincia che sta sprofondando e non riesce più a nascondere le sue macerie.

Tratto dall’omonimo romanzo di successo di Karine Tuil “Les choses humaines” del francese Yvan Attal è invece un esempio di come si può adattare un libro per lo schermo, riuscendo a fare un film all’altezza. Trattando un tema complesso e di strettissima attualità. Il potere degli uomini, l’abuso, lo stupro e la sopraffazione sul lavoro: in tempo di MeToo “Les Choses humaines” racconta di Alexandre, figlio modello di una famiglia potente e impegnata, che deve rispondere e difendersi dall’accusa di aver violentato Mila, diciassettenne e figlia del compagno di sua madre. Il film ricostruisce la vicenda processuale diventato una sorta di legal thriller che però solleva tutti i dubbi e tutti i temi che su questo argomento si dibatte nella nostra società in rapida evoluzione. Il regista tocca le corde giuste e soprattutto non mostra nulla di più di ciò che è necessario, non fa voyerismo su un tema pericolosissimo. E per questo merita un applauso (e il paragone con l’adattamento italiano di “La scuola cattolica” risulta davvero impietoso).

© RIPRODUZIONE RISERVATA