VENEZIA Il trionfo di Yorgos Lanthimos e di una straordinaria Emma Stone

Matteo Garrone deve accontentarsi del Leone d’argento

È il trionfo di Yorgos Lanthimos e di una straordinaria Emma Stone nei panni di un Frankestein con volto e corpo di donna. Non la storia di un mostro che fa paura, ma una favola dark che tra stravaganze ed eccessi porta a una storia di emancipazione femminile. Poor Things, capolavoro del regista greco, conquista il Leone d’oro alla 80esima mostra internazionale del cinema di Venezia. E il primo pensiero va proprio a Emma Stone, l’attrice americana protagonista del suo film che come tanti suoi colleghi era assente quest’anno a Venezia a causa dello sciopero a Hollywood. «Questo film racconta la storia di una creatura meravigliosa e non esisterebbe senza Emma Stone che è un’altra creatura meravigliosa. Questo film è suo», ha detto Lanthimos nel suo intervento durante la cerimonia di chiusura.

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Per il premio più ambito era in lizza anche Matteo Garrone con “Io Capitano”, racconto «in controcampo» sull’odissea di due giovani migranti che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa. Il regista deve però “accontentarsi” del Leone d’argento per la migliore regia e del premio Mastroianni assegnato all’attore emergente Seydou Sarr, in lacrime e «senza parole» dopo l’annuncio. Il pensiero di Garrone è andato alle vittime del terribile sisma che ha colpito il Marocco e parlando del suo film ha aggiunto: «Spero che emozioni e che tocchi il cuore delle persone. Sono molto fiducioso che il film arriverà a un pubblico trasversale e popolare. Il tema riguarda un’ingiustizia profonda, affronta un tema etico di violazione dei diritti umani basilari».

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