Cosa ci consegna questa campagna elettorale extralarge

I due grandi centri della provincia di Lodi che andavano al voto restano nelle mani del centrodestra. A Casalpusterlengo Elia Delmiglio, espressione della Lega, tra i più giovani sindaci del Lodigiano alla prima elezione cinque anni fa, rimane in sella e si avvia al suo secondo mandato. Da valutare però i pesi interni alla coalizione.A Sant’Angelo Lodigiano il nuovo sindaco è Cristiano Devecchi, leghista della prima ora, che si impone ampiamente sulla lista di Forza Italia e Fratelli d’Italia e sul centrosinistra. Devecchi, alla guida di una civica di centrodestra con il sostegno leghista è partito da lontano e il risultato finale dice che ha avuto ragione: ha sfruttato le incertezze di FdI e FI - soprattutto a livello provinciale - e ha costruito una proposta di rottura con la precedente amministrazione comunale; quando FdI e FI hanno iniziato a ragionare sul futuro, ormai era troppo tardi perché la corsa di Devecchi era già avviata.

Ribaltone a Mulazzano dove la sindaca uscente Silvia Giudici deve arrendersi a Michael Gola e l’amministrazione passa da una maggioranza civica a una chiara maggioranza di centrodestra (Fratelli d’Italia).

L’attenzione era altissima su Tavazzano, dove il quadro era pieno di incertezze, con il centrodestra spaccato tra Filipazzi (Fratelli d’Italia e Forza Italia) e Morosini (Lega), il centrosinistra che giocava la carta dell’ex sindaco Giuseppe Russo mentre il quarto candidato era il civico Roncari. Vince di un soffio Russo su Morosini (un outsider interessante visti i numeri), che dunque torna in sella. Per Fratelli d’Italia, che candidava nientemeno che il segretario provinciale, un tonfo assai pesante.

Paullo sceglie la linea della continuità e rimane al centrosinistra: il nuovo sindaco è il dottor Luigi Gianolli, alla prima esperienza, che prende il testimone dall’uscente Lorenzini. A Paullo si sono presentati ben sei candidati sindaci e l’area di centrosinistra si è rotta: se il centrodestra avesse voluto tentare il colpaccio avrebbe dovuto presentarsi unito, invece così non è stato.

Non mancano i ribaltoni. Detto di Mulazzano, vale la pena di segnalare anche Orio Litta, Villanova, Graffignana, Guardamiglio, Terranova, Senna, Livraga e Carpiano.

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Qualche riflessione sul voto europeo.

Il generale Vannacci fa il pieno di consensi nella circoscrizione Nord Ovest, quella della Lombardia. Vien da pensare però che è più che altro un successo personale figlio anche di chi si oppone al politically correct (fatti i dovuti distinguo, un fenomeno simile si registra negli Stati Uniti con Trump) e occorre capire quanto davvero farà bene alla Lega e ai suoi equilibri interni.

Giorgia Meloni può sorridere. Il suo governo è l’unico tra quelli dei grandi paesi europei a uscire rafforzato dalle urne. Fratelli d’Italia si consolida anche al Nord e di questo risultato la principale artefice è la presidente del Consiglio (le sue seconde linee hanno fatto di tutto per indebolirla a suon di gaffe, scandali, scivoloni e comportamenti inappropriati).

Può sorridere anche Elly Schlein perché il “suo” Partito democratico funziona. Restano i dubbi sulla collocazione troppo a sinistra, ma se i risultati sono questi possiamo dire che i Dem sono sulla strada giusta dopo anni travagliati.

Attenzione a non dare per morti i 5 Stelle: il loro risultato non brilla ma probabilmente l’elevato astensionismo, specialmente in alcune zone del Paese, ha penalizzato più loro che altri.

Forza Italia è viva, l’impronta moderata, europeista e atlantista data da Tajani paga e sulla carta, nel centrodestra, gli azzurri al momento hanno i maggiori margini di crescita perché hanno la possibilità di pescare nel bacino del voto moderato, oggi difficilmente interpretabile.

A proposito di moderati, che sberla per Renzi e Calenda, che appaiono agli italiani come bambini viziati e litigiosi. Il verdetto delle urne suona come una sonora lezione.

Su tutto, preoccupa un dato, ed è quello dell’astensionismo. Mezza Italia, anzi anche qualcosa in più, non è andata a votare, segno di una disaffezione per l’Europa che non è nuova ma che sembra peggiorare. Il timore è che questo trend in discesa poco alla volta possa contagiare in maniera sempre più significativa anche le altre tornate elettorali, dalle politiche alle amministrative.

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