Difesa del territorio, alla Provincia di Lodi chiediamo coraggio

L’editoriale Il punto del direttore del «Cittadino» Lorenzo Rinaldi

Il presidente Santantonio esce rafforzato dal rinnovo del consiglio provinciale andato in scena la scorsa domenica. Può contare sui voti dei fedelissimi della civica dei sindaci, a cui si aggiunge in un curioso ibrido Forza Italia, e certamente non troverà vera opposizione dal Partito democratico.

Ma c’è un però. I prossimi anni saranno particolarmente importanti per il Lodigiano, che potenzialmente sarà interessato da trasformazioni significative sotto il profilo urbanistico, economico e sociale e la Provincia sarà chiamata a incarnare quel ruolo di sindacato di territorio che va ben oltre le deleghe assegnate dalla legge a questo ente.

Per farlo in maniera efficiente ed efficace, cercando il giusto equilibrio tra sviluppo economico e freno alle mire espansionistiche di taluni sindaci e operatori economici spesso esogeni, è opportuno che non solo ci sia una presidenza provinciale forte ma anche che le opposizioni che siedono a palazzo San Cristoforo sappiano tenere il fiato sul collo alla maggioranza, incalzandola soprattutto sul fronte della pianificazione urbanistica e denunciando pubblicamente ciò che ritengono sbagliato o pericoloso.

È un compito difficile ma fondamentale, oggi nelle mani prevalentemente dei consiglieri neoletti della Lega e di Fratelli d’Italia, che pure sono andati divisi al voto di domenica, segno che le scorie delle ultime amministrative, con i casi eclatanti di Sant’Angelo e Tavazzano non sono ancora state smaltite. Una opposizione sfilacciata, sbadata e debole non sarebbe un problema solo per il centrodestra; sarebbe un problema - ben più serio - per il territorio nel suo insieme.

Auguriamo dunque buon lavoro al nuovo consiglio provinciale, segnalando l’avanzata - direi quasi una manovra tenaglia - di grandi e piccoli progetti che potrebbero modificare per sempre l’assetto del nostro territorio e sui quali la Provincia è chiamata a un ruolo da protagonista a difesa del Lodigiano

Auguriamo dunque buon lavoro al nuovo consiglio provinciale, segnalando l’avanzata - direi quasi una manovra tenaglia - di grandi e piccoli progetti che potrebbero modificare per sempre l’assetto del nostro territorio e sui quali la Provincia è chiamata a un ruolo da protagonista a difesa del Lodigiano. Cito la costruzione della quarta corsia dell’Autostrada del Sole, che verosimilmente attirerà nuove logistica, come già successo in anni recenti per la Tem e la Brebemi. Aggiungiamoci l’imponente avanzata dei progetti di parchi fotovoltaici a terra su terreni agricoli, così come il progetto di un sito, a San Rocco al Porto, nel quale concentrare accumulatori di energia (container), anche in questo caso su terreni agricoli. E poi abbiamo la partita delicata dell’ampliamento dell’incenerire di Castiraga Vidardo. Così come il progetto di un Data center sull’area ex Gulf di Turano-Bertonico: una grande logistica dei dati informatici, che se occuperà un sito dismesso - finalmente una buona notizia - avrà verosimilmente bisogno di una grande quantità di acqua, come tutti i Data center. E ancora, spuntano progetti di impianti di biogas, non sempre condivisi dalle comunità che li devono ospitare.

L’elenco potrebbe proseguire. Ma qui interessa mettere a fuoco ciò che la Provincia di Lodi sarà chiamata a fare e cioè provare a temperare le forti spinte al consumo di suolo agricolo utilizzando il nuovo Piano territoriale di coordinamento provinciale (criticato da parte del movimento ambientalista) e andando oltre, esercitando davvero il ruolo di coraggioso regista sovracomunale che si immaginava per questo ente negli anni Ottanta, quando ancora non esisteva.

***

E poi, lasciatecelo dire, cerchiamo di immaginare un Lodigiano che non sia per forza l’appendice di Milano ma provi seriamente a dialogare senza timori reverenziali con altri territori vicini (penso al Cremasco e al Sudmilano), principalmente sotto l’aspetto economico, dei servizi e degli eventi.

Credo sia necessario riflettere sul rischio dell’irrilevanza a fronte di un gigante economico e sociale - Milano - che per forza di cose vede il Lodigiano come una della sue tante periferie verso le quali espellere funzioni

Credo sia necessario riflettere sul rischio dell’irrilevanza a fronte di un gigante economico e sociale - Milano - che per forza di cose vede il Lodigiano come una della sue tante periferie verso le quali espellere funzioni. Funzioni che la città delle banche, della moda e del lusso oggi non può più contenere al suo interno, anche se per il modello di sviluppo che si è data non può farne a meno. Il riferimento alla logistica è chiarissimo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA