Il cammino degli scout è un esempio per tutti noi

“Fare gruppo” può essere uno dei segreti per una vita felice

“Il modo vero di essere felici è quello di procurare la felicità ad altri”, ricorda il vescovo Maurizio, citando Baden Powell, nel suo messaggio indirizzato al gruppo scout “Lodi 2” in occasione del 25esimo anniversario della sua fondazione. Le parole del fondatore del movimento scout invitano a riflettere su come la gioia autentica non sia un obiettivo esclusivamente personale, ma un percorso che coinvolge la comunità e il sostegno reciproco. Il vescovo ha evidenziato la presenza educativa feconda dello scoutismo nella realtà lodigiana, riconoscendo il lavoro svolto in questi 25 anni. Ha esortato i membri del gruppo a continuare con coraggio il cammino intrapreso, mettendo in risalto come lo scoutismo rappresenti un’opportunità unica per i giovani di crescere in un contesto capace di tradurre i valori umani in esperienze. Lo scoutismo resta un’opportunità davvero singolare per una crescita che sia realmente a 360 gradi: nella dinamica di gruppo, nelle relazioni tra coetanei e con i capi, i ragazzi fanno un esercizio concreto di scoperta dei propri talenti e di condivisione delle capacità di cui ciascuno è portatore.

È proprio in questa ritrovata umanità, piena e autentica, che è possibile testimoniare e annunciare il senso di una trascendenza che non diviene un rifugio in una dimensione asettica ed eterea, ma una possibilità concreta di vivere la propria umanità come abitata da un’eccedenza di bene e di vita. “Cammino” è un termine caro agli scout e che anche il vescovo ha voluto riprendere nel suo messaggio. Indica un modo per abitare la vita, uno stile per essere cittadini e uomini in questo nostro mondo. Cammino esprime il desiderio di non restare mai fermi, mai appagati, mai sonnolenti o rinunciatari, ma di diventare, giorno dopo giorno, route dopo route, protagonisti della propria vita e responsabili della comunità civile ed ecclesiale in cui si è inseriti. La comunità capi del gruppo “Lodi 2” ha recentemente partecipato alla Route nazionale 2024 a Verona, il cui tema centrale, “Generazioni di felicità”, rifletteva sulla fondamentale questione della felicità nelle vite dei giovani. Don Alberto, primo assistente del gruppo, ha richiamato l’attenzione su una delle consegne più significative di questo evento: “la felicità di fare esperienza di Dio”.

Nel contesto scout, l’esperienza di Dio non resta un’idea astratta o un sapere da apprendere, bensì tenta di divenire un vissuto concreto, un incontro reale, incarnato nelle attività quotidiane e nelle relazioni. Lo scoutismo si configura come una preziosa occasione per avvicinarsi a Dio attraverso il rapporto con gli altri e con la natura. È in questa apertura radicale all’alterità, sia nella forma personale del compagno di gruppo che nella relazione più ampia con l’ambiente naturale che ci circonda, che il cammino scout diviene luogo di educazione alla fede e di apertura all’Assoluto. Rifiutando ogni chiusura narcisistica ed edonistica, il cammino di gruppo offre l’occasione di uno sbilanciamento, di un andare oltre se stessi, oltre l’ombelico della propria vita, per sperimentare un’apertura gioiosa e disinteressata con l’altro e con l’Altro. È così che si diventa uomini autentici, cittadini responsabili e cristiani credibili. È quello che augura anche il vescovo a conclusione del suo messaggio: “Buona strada!”. È un augurio non solo di molti altri anni di generoso servizio alla Chiesa Laudense, ma anche un auspicio di continuare a essere, nel mondo giovanile, una presenza audace, coraggiosa e generosa di cura, accoglienza, giustizia, speranza e pace, come ci insegna l’incontro di Verona.

© RIPRODUZIONE RISERVATA