Editoriali / Lodi
Sabato 31 Dicembre 2022
«IL CITTADINO» - L’impegno del quotidiano al fianco dei cittadini, questa la nostra missione
L’editoriale del direttore de «il Cittadino» Lorenzo Rinaldi per il “Brindisi dei sindaci” di fine dell’anno
L’immagine con la quale si è chiuso il 2021 e si è aperto il 2022 a Lodi è stata quella delle lunghe code di automobilisti al Parco tecnologico padano, in attesa di effettuare il tampone nel pieno di una delle più violente ondate Covid che si sono susseguite nel corso degli ultimi tre anni. Non c’erano più i soldati dell’esercito italiano, fondamentali nella prima fase della pandemia, c’erano operatori civili: qualcosa evidentemente non è andato per il verso giusto se è vero che, benché i numeri fossero elevati, abbiamo assistito a scene che andavano al di là della ragionevole sopportazione. Bambini con la febbre costretti in auto per tre/quattro ore, con temperature esterne vicine alle zero, senza la possibilità di usufruire di servizi igienici, tanto che l’unica via di uscita erano i campi attorno al Parco tecnologico padano. Eravamo in emergenza, si dirà, eppure probabilmente qualcosa non ha funzionato, se è vero che altrove sul territorio, pagando cifre che arrivavano anche a 50 euro, il tampone si faceva al caldo, in pochi minuti, senza stress e soprattutto senza lunghe estenuanti code. Qualcosa non ha funzionato, se è vero che in più di un’occasione al Parco tecnologico padano sono dovuti intervenire carabinieri e polizia di stato.
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Viviamo nella regione più ricca ed evoluta d’Italia, con un Prodotto interno lordo che si avvicina alla Baviera e al Baden-Württemberg, eppure in numerosi messaggi dei sindaci che riportiamo in questo inserto emerge in tutta la sua drammaticità il problema della carenza dei medici di famiglia
Viviamo nella regione più ricca ed evoluta d’Italia, con un Prodotto interno lordo che si avvicina alla Baviera e al Baden-Württemberg, eppure in numerosi messaggi dei sindaci che riportiamo in questo inserto emerge in tutta la sua drammaticità il problema della carenza dei medici di famiglia. Qualcosa, evidentemente, non ha funzionato e non sta funzionando se abbiamo ormai paesi nei quali il “dottore della mutua” appare quasi un privilegio e non un diritto acquisito contribuendo alla fiscalità generale. Fino a pochi anni fa il pensionamento di un medico era salutato come un momento di festa, nel quale sovente i sindaci ringraziavano il dottore del paese per l’impegno pluridecennale. Oggi ogni pensionamento viene vissuto con angoscia dai primi cittadini, specie nei paesi più piccoli, perché sono consapevoli che non arriverà il sostituto, e se arriverà sarà temporaneo oppure avrà l’ambulatorio in un altro paese, con buona pace degli anziani soli. Non stiamo raccontando le cronache dalla luna, ma quel che avviene quotidianamente nei nostri territori.
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Abitiamo e lavoriamo nella moderna Lombardia, quella della sanità d’eccellenza. Eppure non passa giorno che alla nostra redazione non arrivino proteste e lamentele per i servizi ospedalieri, tanto in provincia di Lodi quanto a Vizzolo Predabissi
Abitiamo e lavoriamo nella moderna Lombardia, quella della sanità d’eccellenza. Eppure non passa giorno che alla nostra redazione non arrivino proteste e lamentele per i servizi ospedalieri, tanto in provincia di Lodi quanto a Vizzolo Predabissi. Tempi lunghi per accedere alle visite, liste d’attesa che costringono a rivolgersi alla sanità privata o agli ospedali pubblici di Milano, un significativo valzer di medici, Pronto soccorso costantemente sotto pressione. L’ultima segnalazione è arrivata martedì 27 dicembre dal Pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Lodi: troppi pazienti a fronte di un numero insufficiente di medici e infermieri, con la conseguenza che i codici minori dopo il triage hanno atteso ore per essere visitati e dimessi (fino a cinque, carte alla mano). Il lavoro degli operatori sanitari è stato encomiabile, è evidente però che qualcosa non ha funzionato.
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Milano dista da Lodi una manciata di chilometri e sono migliaia i pendolari che ogni giorno raggiungono la capitale economica d’Italia per studio e per lavoro. Non ci vanno per divertimento. Eppure i problemi del sistema del trasporto pubblico sono innumerevoli
Milano dista da Lodi una manciata di chilometri e sono migliaia i pendolari che ogni giorno raggiungono la capitale economica d’Italia per studio e per lavoro. Non ci vanno per divertimento. Eppure i problemi del sistema del trasporto pubblico sono innumerevoli. Le proteste dei pendolari su ferro, quelli costretti a prendere il treno, sono ormai una costante da anni. Nel 2022 poi è esplosa in tutta la sua drammaticità la crisi del trasporto su gomma. Non era mai successo in provincia di Lodi che il servizio degli autobus di linea mostrasse così tante ed evidenti criticità. E non solo - o non tanto - sulla linea verso Milano, quanto su tutte le altre tratte. In concomitanza con la ripartenza delle scuole, a settembre, qualche disguido era ipotizzabile, a fronte degli orari ancora non definitivi degli istituti superiori. Settembre/ottobre/novembre 2022 sono stati però una vera pena, che ha interessato non solo i bus degli studenti. Pullman cancellati, corse non rispettate, fermate soppresse, addirittura disabili lasciati a piedi. La nostra redazione ha ricevuto decine di lettere e e-mail di protesta, inviate anche all’autorità d’ambito responsabile del servizio. I risultati della protesta? Scarsi al momento.
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È evidente come il fenomeno dei reati predatori e più precisamente dei furti in abitazione rappresenti una spina nel fianco
Sicurezza. Se è vero che ci sono posti ben peggiori del nostro in cui vivere, è evidente come il fenomeno dei reati predatori e più precisamente dei furti in abitazione rappresenti una spina nel fianco. Si dirà che i numeri non sono dissimili a quelli delle aree vicine, tuttavia chiunque abbia subito un furto nella propria abitazione sa bene quanto la ferita sia lancinante perché si viene violati nell’intimità e nel luogo degli affetti. Riceviamo quotidianamente telefonate di lodigiani e sudmilanesi derubati, che vogliono denunciare la propria frustrazione e il senso di impotenza. Così come raccogliamo sovente lo sconcerto delle forze dell’ordine che lavorano sulle strade, fianco a fianco dei cittadini, a fronte del problema, evidente, della certezza della pena.
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I giornali hanno ragione di esistere se, attraverso il lavoro quotidiano dei giornalisti, denunciano le storture della società, difendono i più deboli e fanno in modo che si possa trovare rimedio ai problemi e alle ingiustizie
Ps. Non tutti hanno gradito che nel corso del 2022 «il Cittadino» abbia denunciato quello che non funziona nel Lodigiano e nel Sudmilano. Qualcuno ha anche vibratamente protestato. Ci spiace, ma i giornali hanno ragione di esistere se, attraverso il lavoro quotidiano dei giornalisti, denunciano le storture della società, difendono i più deboli e fanno in modo che si possa trovare rimedio ai problemi e alle ingiustizie.
Buon 2023 cari lettori.
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