IL FIUME DEI LIBRI Un regalo da custodire e valorizzare per leggere il mondo con le “giuste diottrie”

Il festival letterario visto dalla redazione Cultura del “Cittadino”

«Le giuste diottrie» le chiama Roberto Saviano. Quelle che servono a leggere le cose del mondo, a scoprire i fatti o a interpretare le emozioni. I libri servono (anche, probabilmente soprattutto) a questo: ad “aumentare le diottrie”, se è lecito continuare a sfruttare la similitudine utilizzata dall’autore di “Gomorra” sabato sera a Lodi davanti a una piazza della Vittoria a Lodi che fatichiamo a ricordare così piena e partecipativa.

Leggi anche

Gli incontri con gli autori, quando sono fortunati come in queste occasioni, sono regali da conservare, occasioni uniche per andare alla scoperta di mondi. Semplicemente restando fermi, in ascolto. «I romanzi fanno capire le cose senza doverle spiegare» aveva lasciato andare lì Chiara Valerio nel suo flusso ininterrotto di parole davanti allo stesso pubblico poco più di 24 ore prima.“Il fiume dei libri” a Lodi è stato uno di quei regali da mettere da parte per consolarsi nei giorni più grigi, uno scrigno di parole e di racconti, di storie e memorie personali, da conservare in attesa che si ripresenti l’occasione. Un viaggio bellissimo a cui hanno contribuito tanti, decretandone il successo. Gli organizzatori, naturalmente al primo posto, e poi gli spettatori che sono sempre una parte viva e imprescindibile di un festival. La città tutta intera che si è regalata quattro giorni di incontri rari, con al centro libri e scrittori, che hanno ricambiato il calore ricevuto dimostrandolo sul palco e nei momenti in cui hanno incontrato le persone direttamente. Con pochissimi gradi di separazione, in un colloquio diretto, a tratti quasi intimo. Non capita spesso di riempire le piazze parlando di romanzi e - in più - utilizzando poco o pochissimo il traino dell’attualità o la grancassa dei social. A Lodi, magicamente, è successo per quattro giorni, sul far del tramonto, in un rispettoso silenzio, interrotto solo dalle campane del duomo e dagli applausi delle persone che hanno riempito tutti i posti a sedere a disposizione e tutti gli altri spazi di piazza della Vittoria. Conquistati dalle parole dei protagonisti, trascinati in un viaggio che ha avuto decine di stazioni sconosciute e a cui ho avuto la fortuna di partecipare come passeggero. Immersi in un romanzo che - direbbe ancora Chiara Valerio -“è la forma data agli esseri umani per capire noi stessi e gli altri”.

Leggi anche

L’approfondimento sul “Cittadino” in edicola e in edizione digitale di martedì 18 giugno
Nei giorni precedenti 4 pagine dedicate agli eventi del festival lunedì 17,
2 sabato 15, 1 venerdì 14 e 1 giovedì 13 giugno

Leggi anche

© RIPRODUZIONE RISERVATA