Il successo della sinistra nella Francia frammentata

Manca però una maggioranza definita e il Sud è sempre più a destra

Vittoria, sconfitta, coalizione, coabitazione: sono le parole ricorrenti in Francia all’indomani del secondo turno delle legislative (30 giugno, 7 luglio) che ha visto l’affermazione del Nuovo fronte popolare (Nfp, sinistra unita) guidato da Jean-Luc Mélenchon, al secondo posto la coalizione Ensemble che sostiene il presidente Emmanuel Macron e solo al terzo posto il Rassemblement National (Rn) di Marine Le Pen e Jordan Bardella, il vero sconfitto dei ballottaggi. Il sistema elettorale d’Oltralpe ha ancora una volta tagliato la strada all’estrema destra, ma non ha certo impedito all’estrema sinistra di trionfare. E domenica sera nelle piazze parigine si festeggiava il “pericolo scampato” dei lepenisti al governo.I dati forniti dal ministero dell’Interno segnalano 182 seggi al Nuovo fronte popolare; 168 ad Ensemble; 143 per Rn; 46 alla destra gollista dei Repubblicani. Poi vari seggi distribuiti a forze minori.

Occorre però notare come il Nfp sia a sua volta frazionato: 74 deputati all’Assemblea nazionale vanno a La France Insoumise di Mélenchon, 62 al rinato (elettoralmente parlando) Partito socialista, 35 agli ecologisti e 11 al Partito comunista. Fra gli elementi da sottolineare l’altissima affluenza alle urne, forse sollecitata dal “pericolo nero”.

Secondo elemento: la mancanza di una definita maggioranza di governo, nonostante il fatto che Mélenchon reclami per sé la poltrona di Matignon, sede del primo ministro, mentre insiste sulla sconfitta di Macron. Da alcuni degli stessi alleati di Mélenchon arrivano però inviti alla prudenza e a cercare una coalizione di centrosinistra che contempli Fronte popolare e Ensemble. Un ulteriore osservazione si potrebbe fare osservando la cartina della distribuzione territoriale dei seggi ai vari candidati delle forze politiche. Ne risulta una Francia a macchia di leopardo: ogni formazione guadagna seggi nei vari collegi del Paese, con la sola eccezione della Francia meridionale dove vince quasi ovunque Rn.

Mentre si attendono dichiarazioni e linee prospettiche dal presidente Macron, il primo ministro in carica, Gabriel Attal, ha annunciato le dimissioni del governo: terrà le funzioni ordinarie fino a quando non sarà nato il prossimo esecutivo. Tra domenica sera e ieri, alla luce dei risultati francesi, si sono registrate diverse dichiarazioni di premier e di leader politici europei: alcuni soddisfatti dell’arretramento della destra lepenista, altri delusi dalla vittoria della sinistra estrema e della ripresa elettorale della coalizione macroniana.

*corrispondente da Bruxelles dell’agenzia Sir. Dirige il mensile «segno» dell’Azione cattolica italiana e la rivista di studi storici «Impegno» edita dalla Fondazione Mazzolari

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