Le deportazioni negli Usa e la logica mercantile dell’amore

IL COMMENTO Di Elena Bulzi

“Cari Fratelli nell’Episcopato, Vi scrivo oggi per rivolgervi alcune parole in questo delicato momento che state vivendo come Pastori del Popolo di Dio che pellegrina negli Stati Uniti d’America”.

Il 10 febbraio scorso Papa Francesco scrive ai vescovi statunitensi una lettera in cui esprime preoccupazione per ciò che sta accadendo oltreoceano, e le cui ricadute investono il mondo.

“Sto seguendo da vicino la grande crisi che si sta verificando negli Stati Uniti con l’avvio di un programma di deportazioni di massa”, continua il Papa, ricordando che “uno Stato di diritto autentico si dimostra proprio nel trattamento dignitoso che tutte le persone meritano, specialmente quelle più povere ed emarginate. Il vero bene comune viene promosso quando la società e il governo, con creatività e rigoroso rispetto dei diritti di tutti accolgono, proteggono, promuovono e integrano i più fragili, indifesi, vulnerabili”.

E avverte anche la necessità di esplicitare la modalità con cui i cristiani devono gestire tutte le relazioni: “Il vero ordo amoris che occorre promuovere è quello che scopriamo meditando costantemente la parabola del “Buon Samaritano”, ovvero meditando sull’amore che costruisce una fratellanza aperta a tutti, senza eccezioni”. Questo semplicemente perché il cristiano trae il fondamento del suo agire dall’agire di un Dio che ha voluto da sempre ogni persona creata “a sua immagine e somiglianza”. Il che significa che tutte e tutti, senza eccezione alcuna, abbiamo la stessa intrinseca dignità, cosa che Gesù ha incarnato intensamente in tutta la sua esistenza, rendendo evidente questo in ogni suo giudizio, gesto, parola e contatto. Fino alla fine e oltre. Ed è una meraviglia sapere di non dovercela meritare questa dignità, ma di trovarla come regalo prezioso.

I duemila anni di cristianesimo raccontano di persone che hanno saputo tradurre il riconoscimento di questa comune e infinita dignità in azioni capaci di accrescere l’umanità dell’uomo. Raccontano anche, purtroppo, di ingiustizie e divisioni condotte in nome di Dio. E se ci disturbano quando le troviamo nei libri di storia, ancora di più, giustamente, arrivano a inorridirci quando abitano le notizie di cronaca.

Ma accade, e accade adesso, che chi si professa cristiano, distorca a 360 gradi il senso di questo ordo amoris. E se è il vicepresidente degli Stati Uniti, questo è un fatto che desta serissime preoccupazioni.

J. D. Vance ha infatti dichiarato, citando san Tommaso, che l’ordo amoris prevede che “dovremmo amare prima la nostra famiglia, poi i nostri vicini, poi la nostra comunità, poi il nostro Paese e solo dopo considerare gli interessi del resto del mondo”. É proprio a questa distorsione che Papa Francesco ha sentito l’urgenza di rispondere nella lettera ai vescovi statunitensi, condividendo con loro la sofferenza per questi travisamenti che potrebbero addirittura sembrare dettati da un pragmatico buon senso, in più con l’aggiunta della carta regalo griffata “san Tommaso”. Evidentemente si tratta di un san Tommaso a portata di click, come Vance stesso ha dichiarato, ufficializzando Google come sua autorevole, ma ahimè unica, fonte.

Peccato che san Tommaso non introduca affatto la xenofobia come frutto avvelenato del suo ordo amoris. Una xenofobia che porta a deportazioni di massa di esseri umani in catene, postando poi con orgoglio video e immagini di questa aberrazione. Come se l’amore fosse porzionato e inscatolato a compartimenti stagni, per cui ce n’è una razione sola e solo quella e se si spartisce non ne rimane più per nessuno! Questa è la logica mercantile che Vance spaccia per autenticamente cristiana.

Prima gli Stati Uniti, continua Vance, e fino a quando non sarà tutto perfetto a casa nostra, non è pensabile “prendere in considerazione gli interessi del resto del mondo”. Viene però il sospetto fondato che la casa agghindata a puntino sia soprattutto quella del vicepresidente e di altri suoi sodali…per il resto, anche degli americani, si vedrà se avanza qualcosa. Un simile ordo amoris è tutto fuorché ‘ordinato’ secondo la teologia di san Tommaso, il quale arrivava addirittura a scrivere nella sua Summa Theologica che “in caso di estrema necessità tutto è comune”!

La filosofa Hannah Arendt che di distorsioni della verità se ne intendeva parecchio, avvertì che “mentire continuamente non ha lo scopo di far credere alle persone una bugia, ma di garantire che nessuno creda più in nulla. Un popolo che non sa più distinguere tra verità e menzogna non può distinguere tra bene e male. E un popolo così, privato del potere di pensare e giudicare, è, senza saperlo o volerlo, completamente sottomesso all’impero della menzogna. Con persone come queste, puoi fare quello che vuoi.”

Gli avvertimenti non ci mancano!

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